Raffadali (Agrigento) – Dopo l’ennesimo litigio con la moglie, l’ha colpisce con un coltello, spaccandole la testa. Arriva da Raffadali l’ennesima storia di maltrattamenti e violenze dentro le mura domestiche. Compiuti nei confronti di una donna per mano del compagno di una vita. Per lui sono scattate le manette ai polsi, e si sono spalancate le porte del carcere di contrada “Petrusa”. Protagonista della vicenda Raimondo Oreto, trentanovenne, raffadalese, arrestato dai poliziotti della Squadra mobile e dai loro colleghi della squadra “Volante” della Questura di Agrigento.
Deve rispondere di tentato omicidio e minacce gravi. Il reato più grave di tentato omicidio scaturisce dalle lesioni diagnosticate alla poveretta, la quale una volta soccorsa, ha raccontato di alcune discussioni, litigi e qualche violenza, che pare andassero avanti da tempo, tutto per futili e banali motivi.
Quello di prendersela con la moglie o la compagna, purtroppo nella nostra provincia, è diventata una brutta abitudine. I casi si susseguono e da più parti, si parla di un vero e proprio fenomeno molto diffuso. L’ultimo episodio è un ulteriore segnale di allarme. Dalle indagini della polizia di Stato, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Agrigento, spesso tra il trentanovenne e la moglie, una trentacinquenne di Agrigento, residente a Raffadali, più volte sarebbero nati alterchi per questioni personali e familiari. Lui in più occasioni si sarebbe accanito contro la stessa, a tal punto di causarle uno stato di agitazione e paura. La discussione l’altro pomeriggio è sfociata nel sangue, e per poco non ci scappava la tragedia. Dopo uno scambio di vedute, Oreto ha afferrato un coltello della lunghezza di 20 centimetri, e si è avventato contro la donne. Con un gesto folle l’ha colpita con violenza alla testa, provocandole un vistoso taglio, con la conseguente fuoriuscita copiosa di sangue.
Il capofamiglia, verosimilmente, perché ha capito di averla fatta grossa, alla vista delle ferita, si è fermato e ha fatto cadere l’arma da taglio. La poveretta è stata soccorso e trasportata alla Guardia medica di Raffadali. Da li a poco il trasferimento al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento, dove i medici le hanno riscontrato e diagnosticato “una ferita lacero contusa nella regione frontale del cranio”, giudicata guaribile in 23 giorni salvo complicazioni.
All’intervento dei poliziotto la stessa ha raccontato la versione dei fatti. Le indagini e le ricerche si sono concluse poco più tardi con il rintraccio e la cattura dell’uomo.