“Pupi” D’Angieri, l’ambasciatore del Belize che colleziona scarpe e Rolls Royce, tifa per Agrigento

Di Lorenzo Rosso / 22 Luglio 2022
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Se Agrigento avesse un suo aeroporto, Alfredo Nunzio D’Angieri, detto “Pupi”, sarebbe arrivato nella Città dei templi direttamente dal cielo. Invece l’ultima volta, è stato costretto ad atterrare con il suo aereo privato (un “Gulfstream 450” nuovo di zecca) all’aeroporto di Comiso. Imprenditore, ma anche banchiere e avvocato, Nunzio D’Angieri, ambasciatore plenipotenziario per gli Affari europei della piccola Repubblica del Belize, localizzata nel Centroamerica, è uno degli uomini più ricchi al mondo. Almeno secondo la rivista Forbes che ha messo D’Angieri, con il suo Fondo da 21 bilioni di dollari, al 601° posto della speciale classifica finanziaria. L’ambasciatore, che in un certo senso deve la sua fortuna alle sue origini siciliane, è da sempre innamorato della Città dei templi dove ama portare i suoi ospiti internazionali in visita alla Valle. E adesso che Agrigento ha ripresentato la sua candidatura a “Capitale Italiana della Cultura 2025”, arriva con il suo “endorsement”, che è anche quello del Governo del Paese che rappresenta. 

«Da indicazioni del nostro Governo – anticipa l’ambasciatore in una nota ufficiale – abbiamo l’onore di caldeggiare la Città di Agrigento a Capitale Italiana della Cultura, essendo la città con la quale avremo un prossimo gemellaggio culturale. La Valle dei templi testimonia infatti l’importanza culturale internazionale della città di Agrigento». 
Un endorsement fatto non solo a titolo personale dunque, visto che le visite dell’ambasciatore D’Angieri nella Città dei templi avvengono ormai con una certa regolarità, ma anche a nome del Governo della piccola Repubblica centroamericana, ex Honduras Britannico. A titolo di cronaca, per 22 anni Nunzio ‘Pupi’ D’Angieri è stato al fianco di Arafat quale suo banchiere e consigliere; lo ha accompagnato a Cuba per lo storico incontro con Fidel Castro e Papa Giovanni Paolo II e a Oslo nel 1994 per ritirare il Premio Nobel per la Pace. 

 

 

La Sicilia in generale è sempre stata fortemente presente nella vita di “Pupi”. Per lui è quella meravigliosa isola dalla quale uno non vorrebbe mai staccarsi perché una sorta di paradiso in terra, un po’ come il Belize che, manco a farlo apposta è molto simile alla Trinacria, non solo come dimensioni ma anche come bellezze naturali. 
Ascoltare la storia di “Pupi” è un po’ come guardare un film. Amico dei grandi della terra, dalla famiglia reale inglese a diversi presidenti degli Stati Uniti. In passato è stato anche amico personale di Fidel Castro oltre che di Papa Francesco («conosco padre Jorghe da cinquant’anni»).  Anni addietro, proprio su suggerimento del Santo Padre, l’ambasciatore tentò di organizzare ad Agrigento, con l’Elemosiniere del Papa, nella cattedrale San Gerlando, un evento di beneficenza: una cena per 300 persone in difficoltà economiche. Purtroppo. come location in quel periodo la cattedrale non era disponibile. Così ripiegò nella cattedrale di Modica, che per l’occasione venne sgomberata dai banchi e trasformata in una sala da pranzo in cui sia D’Angeri che altre personalità del mondo diplomatico, servirono il pasto a tanti meno fortunati. 
Più recentemente di D’Angieri hanno parlato le cronache, quando con il suo Fondo finanziario in cui confluisce la cassaforte di famiglia, entrò in trattativa per rilevare la Società del Palermo Calcio. L’affare non andò in porto perché, dice lui, «di fronte all’offerta economica del Fondo dello sceicco Mansour, che ha una struttura sicuramente più organizzata ed esperiente in campo sportivo di noi, abbiamo preferito cedere il passo. Rimane il fatto – continua Pupi – che abbiamo cercato di fare qualcosa per la Sicilia e continueremo a farlo».

Ora l’ambasciatore D’Angieri con le sue collezioni di macchine di lusso (possiede 37 Rolls Royce) e di scarpe (ne ha 2.640 paia), intende “guardarsi intorno” in Sicilia per verificare opportunità d’investimento. Cravatta gialla a pois fatta su misura e calzino fucsia, Pupi è un uomo enigmatico e non vuole aggiungere altro a proposito dei suoi progetti. Seduto sul divano della villa di Londra, dove risiede, l’ambasciatore per gli Affari europei del Belize, continua a ricordare i suoi tanti incontri celebri senza nascondere la voglia di tornare ad Agrigento. Magari questa volta a bordo della vecchia Jaguar, «quella del dittatore Fulgencio Batista – racconta – che mi fu regalata da Fidel Castro». 

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Pubblicato da:
Carmela Marino
Tag: agrigento ambasciatore Belize capitale della cultura Nunzio Alfredo D'Angieri pupi