Primo Maggio senza eventi in provincia di Agrigento, ma una giornata di riflessione

Di Gaetano Ravanà / 30 Aprile 2021

Un Primo Maggio senza manifestazioni, un Primo Maggio senza festeggiamenti, ma la Pandemia Covid 19 in corso non spegne i riflettori su una ricorrenza molto sentita.

“Purtroppo – dicono i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Agrigento, Alfonso Buscemi, Emanuele Gallo e Gero Acquisto – la crisi che si sta vivendo in tutta la penisola, più acuita in un territorio come il nostro che già paga un prezzo salatissimo da anni, rischia addirittura di degenerare. Il lavoro deve tornare ad essere al centro dell’azione politica ed amministrativa, ma questo deve avvenire in assoluta sicurezza, perché non possiamo continuare a parlare, con cadenza giornaliera, di morti cosiddette bianche. Occorre eliminare il divario sociale e potenziare la sanità visto che molti nodi, in questo anno di Covid 19, sono venuti al pettine; al contempo, bisogna riaprire quanti più cantieri possibili: l’edilizia può rappresentare la valvola di sfogo dell’economia nazionale e agrigentina in particolare.  L’utilizzo dei fondi del Recovery Found deve rappresentare una grande risposta per creare occasioni di lavoro per i tanti giovani, i nostri giovani, che non possono continuare a emigrare per cercare fortuna”.
Come in ambito nazionale, in questo Prima Maggio, anche ad Agrigento i segretari provinciali delle tre maggiori Organizzazioni Sindacali lanciano lo slogan: “Italia Si Cura con il Lavoro”, proprio perché è fuor di dubbio che la ripartenza in sicurezza, incentivando la campagna vaccinale e mettendo in campo misure che possano creare lavoro, sia l’unica strada per far uscire i nostri territori da questa situazione di paralisi economica”.

“Ci auguriamo – continuano Acquisto, Gallo e Buscemi – che nel definire il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza si ascoltino le Parti Sociali e si tenga conto del Sud e delle misure necessarie al suo rilancio, così anche delle infrastrutture e di tutte le opere strategiche da realizzare nei nostri territori”.
Centrale resta la sicurezza sul lavoro: “Lavoro sicuro, sia dal punto di vista del contrasto al contagio da Covid, sia dal punto di vista dei requisiti di sicurezza nei luoghi di lavoro e, dunque, i relativi controlli sono le priorità, ancor più oggi. Ed è bene ribadire che lavoro precario non vuol dire lavoro poco sicuro e che la tutela della vita dei lavoratori è prioritaria”.
Nell’agrigentino, sono oltre 30 mila le persone in cerca di occupazione: giovani, donne, cinquantenni che hanno perso l’occupazione e che fanno fatica a trovare un posto.
“Il Covid ha allargato ulteriormente la forbice tra chi aveva tanto e chi possedeva poco o nulla – continuano Acquisto, Gallo e Buscemi – e, se non si fa nulla per rimediare, il rischio che ci siano delle rivolte sociali è dietro l’angolo. Pensiamo ai diversi lavoratori in nero, i cosiddetti ultimi, tranne qualche eccezione, non sono mai stati tenuti in considerazione. Il rischio è che queste persone, per bisogno o per disperazione, possano rappresentare delle armi in più della criminalità organizzata. Inoltre, ci auguriamo che il Governo Draghi proceda con la proroga del blocco dei licenziamenti e soprattutto con nuove politiche attive del lavoro, che consentano a chi è in cerca di occupazione di trovare sbocchi professionali nuovi. Bisogna pensare al futuro di tanti lavoratori stagionali, dalle nostre parti la crisi ha messo in ginocchio settori che prima erano trainanti: turismo, enogastronomia, l’industria in generale e il settore del commercio”.

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Redazione
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