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Pil siciliano in picchiata, ad Agrigento quadro desolante

Di Gaetano Ravanà |

La Sicilia e, la provincia agrigentina, in particolare, è sempre più povera. Meno investimenti, significa meno sviluppo, meno occupazione. Nell’agrigentino i dati sono allarmanti: i disoccupati sono circa il 40 per cento e di questi, una buona fetta, non cerca più un lavoro, spesso non perché percepisce il reddito di cittadinanza, ma perché ha perso la fiducia.“Un quadro così sconsolante – dice il segretario provinciale della Uil agrigentina Gero Acquisto – rappresenta un serio pericolo e, la Uil da tempo ha lanciato un grido d’allarme per invitare le istituzioni a trovare delle soluzioni, prima che altri giovani possano partire per altri lidi spopolando ulteriormente il territorio. Oltre 150mila persone negli ultimi dieci anni si sono trasferiti altrove lasciando la provincia di Agrigento. La Nota di aggiornamento al Defr (Naderf) approvata dalla Giunta regionale fa venire i brividi. Come sindacato, negli ultimi anni, abbiamo portato avanti numerose battaglie per salvare posti di lavoro, altre battaglie sono in itinere, l’agrigentino è diventato un territorio difficile per chi è in cerca di una occupazione, il mercato del lavoro offre ben poco. Tra l’altro, la Giunta regionale ha deciso di diminuire la stima di crescita per il 2019 in Sicilia, da +0,.4% a 0,2%, nel 2020 il Pil si attesterà allo 0.1%. Dobbiamo, purtroppo, constatare l’assenza dello Stato verso il sud Italia, non c’è una politica che possa creare sviluppo ed occupazione. Cogliamo positivamente, invece, l’operato del Governo regionale che ha deciso di puntare sull’innovazione che ha portato ad aumentare l’investimento in termini di infrastrutture nelle Tlc facendo in modo che, in un anno e mezzo, l’Agenda digitale siciliana si sia posizionata al secondo posto in Europa, per dimensione che porterò, nel 2022, la Sicilia ad essere la regione europea a più alto tasso di digitalizzazione a beneficio di imprese, start up, e della stessa pubblica amministrazione”.

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