«In questa provincia c'è il maggiore punto di approdi d’Europa. Ospita tra 1.200 e 1.300 persone in accoglienza stabile. L’impegno che ho preso è di ritornare, al più presto, con qualcosa di tangibile. L’ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a margine del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica svoltosi in Prefettura ad Agrigento.
«Prima di disporre il porto sicuro – ha spiegato il ministro – ci avvaliamo del contributo di valutazioni tecniche specialistiche. Se un viaggio viene indirizzato in un porto vuol dire che le valutazioni fatte dagli specialisti lo consentono». Il capo del Viminale ha sottolineato «il gravame che già soffre Lampedusa in primis, la Sicilia in seconda battuta, ma anche la Calabria rispetto al numero degli sbarchi e a tutto ciò che ne consegue: ci sono adempimenti di polizia giudiziaria e screening sanitari, ed è giusto creare i presupposti di distribuzione sul territorio nazionale. Qualcuno ha fatto la mappatura cromatica dei porti che abbiamo indicato negli ultimi mesi e si vede che c'è stata equa distribuzione su tutti, qualcuno ha invocato quelli che non sono stati oggetto di indicazione e lo saranno a breve». «Vogliamo una equa distribuzione sul territorio nazionale – ha concluso Piantedosi – con l’obiettivo di sgravare il più possibile Sicilia e Calabria che non devono essere condannate ad essere campo profughi dell’intera Europa».
«Verrà predisposto un piano straordinario per la gestione dei rifiuti dell’hotspot, anche dal punto di vista finanziario», ha aggiunto il ministro. L’hotspot di Lampedusa, quando è sovraffollato, produce, in pochi giorni, rifiuti tessili pari a quelli che gli isolani, 6 mila persone, producono in un anno. Questo si traduce in un carico finanziario pesante per le casse del Comune, ma anche in difficoltà di trasferimento e conferimento nell’impianto di Trapani perché tessile e indifferenziato insieme bloccano il sistema. «E' un problema evidenziato dal sindaco Mannino, già lo scorso novembre, e verranno prese le decisioni nelle sedi opportune», ha evidenziato il capo del Viminale.
«Il governo, supportato dal coordinamento del presidente del Consiglio e del ministro degli Esteri, ha avviato dei rapporti telefonici molto proficui con tutti gli interlocutori possibili dei vari corridoi. Andrò il 16 in Turchia, maturerà un avvio di collaborazione e confronto. Molto probabilmente, a ruota toccherà alla Tunisia, con il mio omologo tunisino ho avuto già ripetuti scambi telefonici e ci vedremo a breve», ha poi detto ad Agrigento il ministro dell’Interno, in merito al fatto che quasi tutti i barchini partono ormai da Sfax, in Tunisia. «C'è anche il tema della Libia da riprendere e va oltre i problemi immigratori e su questo vi porto la testimonianza di un impegno diretto del presidente del Consiglio dei ministri e del ministro degli Esteri – ha spiegato il capo del Viminale – entro i quali collocare i rapporti di collaborazione. Con la Libia, a livello tecnico-operativo, abbiamo già ripreso un dialogo di cooperazione operativa».