“Siamo stati in tanti teatri italiani, ed ogni sera ci stupiamo di qualcosa che succede e che è successa anche qui, stasera, ad Agrigento. Sul palcoscenico abbiamo sentito forte la vostra presenza, il vostro supporto, il vostro calore”.
Cesare Bocci, a luci accese e sipario aperto, non riesce a nascondere la commozione. Stringe, ancora, forte la bravissima Tiziana Foschi, coprotagonista di “Pesce d’Aprile”, andato in scena, con grande successo e delirio di fan, giovedì e venerdì scorsi, al Teatro Pirandello di Agrigento.
Pesce d’Aprile è il racconto del grande amore per la sua compagna Daniela Spada, interpretata, appunto, da Tiziana Foschi, che la malattia ha reso ancora più grande: un’esperienza reale, toccante, intima e straordinaria di un uomo e di una donna che non si danno per vinti quando il destino sconvolge la loro esistenza. I protagonisti si mettono a nudo svelando le loro fragilità, raccontando come possano crollare le certezze e come si possa risalire dal baratro: “Quello che avete visto stasera -ha sottolineato Bocci – è tutto vero. Quel calore che ci avete donato e quel legame che si è creato tra di noi, sono stati fondamentali per aiutare Cesare e Daniela a rialzarsi. Però – sottolinea – Cesare e Daniela, ed è questo il messaggio che vogliamo trasmettere, hanno fatto appello, soprattutto, ad un sentimento: non si sono vergognati di chiedere aiuto. Quando una persona sta male a volte si vergogna di chiedere aiuto. Non dobbiamo vergognarci, perché noi, nel momento in cui chiediamo aiuto a qualcuno, stiamo facendo un regalo enorme a quella persona, perché dopo che ci avrà aiutato si sentirà una persona migliore. Perciò, nella malattia e nel bisogno non dobbiamo mai avere paura di chiedere aiuto. Mi raccomando!”
Il bravissimo attore marchigiano, che ha prestato il volto a Mimì Augello nella fiction Il Commissario Montalbano, ha poi aggiunto: “E’ da diversi anni che frequento la Sicilia; da figlio adottivo di questa terra vedere un teatro così pieno mi rende orgoglioso. Anche come italiano mi rende tanto orgoglioso. Dobbiamo essere tutti orgogliosi di vedere un teatro così pieno, perché, checchè ne dica qualcuno, a noi italiani la cultura ci piace”.