Trovati a lavorare “in nero” in una pizzeria, anche se beneficiari del reddito di cittadinanza. Si tratta di madre e figlio di origine marocchina, la donna di 63 anni, ed il ragazzo di 23 anni, residenti ad Agrigento. Sono accusati di aver omesso di comunicare la variazione del reddito che percepivano, al fine di conservare il beneficio del reddito di cittadinanza.
Lo hanno scoperto i carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Villagio Mosè, supportati dai militari della Compagnia di Agrigento, nel corso di una serie di attività ispettive, a carico di alcuni esercizi commerciali insistenti nella località di San Leone.
Trovati a lavorare “in nero” in una pizzeria, anche se beneficiari del reddito di cittadinanza. Si tratta di madre e figlio di origine marocchina, la donna di 63 anni, ed il ragazzo di 23 anni, residenti ad Agrigento. Sono accusati di aver omesso di comunicare la variazione del reddito che percepivano, al fine di conservare il beneficio del reddito di cittadinanza.
Lo hanno scoperto i carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Villagio Mosè, supportati dai militari della Compagnia di Agrigento, nel corso di una serie di attività ispettive, a carico di alcuni esercizi commerciali insistenti nella località di San Leone.
Il sussidio ricevuto riguarda il periodo compreso tra aprile 2020 e settembre 2020, ed ammonta a circa 6.300 euro. Madre e figlio sono stati denunciati, a piede libero, alla Procura della Repubblica del Tribunale di Agrigento, e dovranno anche restituire le somme indebitamente percepite.
Al titolare della pizzeria sono state elevate anche sanzioni amministrative per oltre 8 mila euro per la presenza di lavoratori in nero.
Il sussidio ricevuto riguarda il periodo compreso tra aprile 2020 e settembre 2020, ed ammonta a circa 6.300 euro. Madre e figlio sono stati denunciati, a piede libero, alla Procura della Repubblica del Tribunale di Agrigento, e dovranno anche restituire le somme indebitamente percepite.
Al titolare della pizzeria sono state elevate anche sanzioni amministrative per oltre 8 mila euro per la presenza di lavoratori in nero.