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Operazione “Condor”, Ribisi e Lombardo rigettano le accuse della procura

I due finiti in manette hanno rimarcato il fatto di non avere alcun legame con l'organizzazione criminale

Di Gaetano Ravanà |

Hanno risposto alle domande, negando le accuse il quarantaduenne Nicola Ribisi, accusato di essere il capo della famiglia mafiosa di Palma di Montechiaro, e Domenico Lombardo, 31 anni, ritenuto un affiliato di Cosa nostra di Favara, arrestati nell’operazione “Condor” della Dda di Palermo, condotta sul campo dai carabinieri del Comando provinciale di Agrigento e dai loro colleghi del Ros. Sia il palmese, sia il favarese hanno rimarcato il fatto di non avere “alcun legame con l’organizzazione mafiosa”.

I due indagati, assistiti dal difensore, l’avvocato Giuseppe Barba, sono stati interrogati nel carcere palermitano “Pagliarelli” dal Gip del Tribunale di Palermo Filippo Serio, che ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare, su richiesta dei sostituti procuratori della Dda Claudio Camilleri e Alessia Sinatra. Ribisi, secondo quanto avrebbe accertato l’indagine sarebbe tornato a comandare Cosa nostra di Palma, intrecciando i rapporti con una volta rivali della Stidda, e provando pure ad estendere la sua influenza nella zona di Villaggio Mosè.

Ieri altri due arrestati comparsi in udienza da remoto, al contrario, si erano avvalsi della facoltà di non rispondere. Si tratta di Giuseppe Chiazza, 51 anni e Baldo Carapezza, 27 anni, entrambi di Palma di Montechiaro, difesi dagli avvocati Giuseppe Vinciguerra e Santo Lucia. L’interrogatorio di Totò Galvano, 52 anni, di Agrigento, che ha nominato come difensore l’avvocato Salvatore Pennica, è stato fissato per lunedì.

L’operazione antimafia “Condor”, che rappresenta l’ideale continuazione dell’inchiesta “Xydi” che ha avuto nell’ex avvocato Angela Porcello il principale personaggio, ha portato in carcere cinque persone, altre quattro ai domiciliari, mentre una decima è stata sottoposta all’obbligo di dimora.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA