A noi donne, pilastri portanti di questa società, a noi, che dobbiamo fare il doppio ma ci viene riconosciuto la metà, a noi che ingoiamo rospi perché crediamo quello sia vero amore o quantomeno l’unico che ci meritiamo. A noi donne che trasformiamo il nostro corpo per portare con pazienza e partorire con dolore disumano i nostri figli, a noi che abbiamo sempre il sorriso sulle labbra anche quando c’è un macigno nel cuore, a noi, che non abbiamo bisogno del marito, del padre, dello zio, del fratello per arrivare ai nostri traguardi, a noi che diamo amore anche a chi non sa che farne, a noi che moriamo dentro ma fingiamo indifferenza. A noi donne, che se alziamo un po’ i toni, veniamo chiamate “femministe del cavolo” e che dobbiamo sempre ricordare chi è che porta i pantaloni a casa, a noi che dobbiamo fingerci fragili affinchè un uomo possa sentirsi tale, che dobbiamo essere pacate, pazienti e indifese, per non sentirci dire che incutiamo timore, per non sentirci dire che “la donna deve fare la donna”. A noi donne, che abbiamo una marcia in più, il sesto senso e la capacità di vedere oltre, di avvertire con uno sguardo, tutto un mondo. A noi, che se mettiamo una minigonna, in fondo, ce le siamo cercate le battute oscene e i commenti volgari, a noi, che veniamo etichettate come poco di buono per i nostri atteggiamenti, ma giustifichiamo ogni dongiovanni perché è nella natura dell’uomo cercare più donne, a noi, che a lavoro è normale che un nostro collega, capo, datore o chiunque abbia una posizione più alta della nostra, ci sfiori le cosce o faccia scendere un po’ troppo la mano sulla schiena. A noi donne, che ci curiamo da sole, che ci alziamo dal letto anche quando stiamo male, che studiamo, lavoriamo, portiamo avanti una famiglia, a noi che siamo teste pensanti e per secoli la società ci ha fatto credere che non fosse possibile dire la propria, a noi che ci siamo dovute guadagnare ogni singolo diritto che oggi abbiamo. A noi, per le quali nulla è scontato, a noi che tante volte ci facciamo la guerra tra di noi, perché nel maschilismo dilagante sai che devi essere e avere un pò più delle altra per emergere. A noi, che non possiamo permetterci di essere fuori forma, di mangiare un pò di più, di avere la pancetta, la cellulite o i capelli spettinati, perché ha un certo fascino l’ uomo brizzolato e con qualche rughetta, mentre per noi è una continua lotta contro il tempo. A tutte noi auguro la forza di alzare a testa, di svegliarci da sogni che in realtà sono incubi, di avere la forza di ribellarci, di portare avanti le proprie idee, di vestirci o svestirci come ci pare, di mostrare solidarietà e rispetto tra di noi, di non dover dare giustificazioni per tutto, di essere libere di esprimerci e di avere le proprie idee. A noi che vorremmo ci si rubi il cuore e non la vita, a noi che anche la violenza psicologica è una grave violenza, a noi che domani potrebbe essere già troppo tardi per denunciare, per scappare, per farsi aiutare, a noi che giustifichiamo atti di abusi legittimandoli come troppo amore, forse ossessione, ma pur sempre interesse. A noi che basta un commento o una parola di troppo per farci sentir piccole piccole ed invece siamo uragani, ma siamo troppo plagiate per rendercene conto. A noi che non è normale che sia normale ascoltare al tg ogni giorno casi di femminicidio. A noi che non basta riempire le piazze di scarpette rosse o tingerci il viso con un rossetto per debellare ogni forma di violenza e per protestare contro ogni maltrattamento. A noi che chiediamo tutele vere e concrete, a noi che abbiamo il diritto e non la colpa di essere donne. A noi auguro ma soprattutto chiedo di essere quel tipo di donna che la mattina fa dire al diavolo: “Accidenti! Si è svegliata!”