Nella sua “Vigata” il ricordo di Camilleri con birra e sigaretta

Di Redazione / 17 Luglio 2019

PORTO EMPEDOCLE (AGRIGENTO) – C’era un bar, negli ultimi anni diventato ristorante: il «Vigata restaurant», dove Andrea Camilleri, durante le sue visite a Porto Empedocle, non mancava mai d’andare: era il suo preferito. Boccale di birra in mano e sigaretta accesa stava al tavolo davanti la porta, sulla via Roma, e firmava autografi o dediche sui libri a quanti lo avvicinavano. «Avevo 7 o 8 anni quando l’ho conosciuto – ricorda Salvatore Donato, il responsabile del ristorante Vigata che è di proprietà della famiglia Butera -. Aveva un aspetto schivo ma era tutt’altro: molto disponibile, alla mano. Non lo vedevamo di presenza, a Porto Empedocle, da anni, ma sappiamo tutti che ha sempre avuto questa città nel suo cuore. E il suo è stato un forte richiamo per il nostro paese.

Ho avuto dei clienti argentini che mi dicevano d’aver fatto tappa a Porto Empedocle proprio perché appassionati di Andrea Camilleri». «Inizialmente – spiega Donato – avevo creduto che fosse una frase di circostanza e invece, parlando con loro, mi sono accorto che sapevano tutto dello scrittore e di Vigata. Purtroppo, Porto Empedocle che è Vigata è stata sottovalutata e dunque penalizzata. Se non fosse andata così, le presenze turistiche in questa città sarebbero almeno triplicate». In uno dei muri interni al ristorante c’è una foto del maestro e una sua frase, tratta dal romanzo “Il giro di boa”: «Mangiare di prescia non è mangiare, semmai al massimo è nutrirsi». 

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