la storia
Naro, Paolo Cottone: “Sono e insieme siamo parte della comunità”
Il giovane operatore dell'ufficio postale, da poco assunto, racconta la sua scelta “controcorrente” di preferire la vita in un paese rispetto ai ritmi di una grande città
Ci sono realtà nella provincia di Agrigento in cui tutto è ancora a misura d’uomo. E dove la cosiddetta vita di paese non è solo una condizione apprezzata da chi in quel paese vi è nato, bensì c’è anche chi la predilige rispetto alle comodità del “tutto incluso” possibile nelle grandi città. Naro ne è un esempio. Il paesino collinare di 7mila anime, conosciuto come città del Barocco, è la recente destinazione di un giovane operatore di sportello di ufficio postale. Paolo Cottone, 29enne di Caltabellotta, è tra gli ultimi neoassunti inseriti in questi mesi da Poste Italiane nelle sedi dell’Isola. Per lui, con una laurea triennale e una specialistica con lode in Scienze Economiche conseguite all’Università degli Studi di Palermo, lavorare nel piccolo centro dell’Agrigentino è stata una duplice fortuna.
“Nonostante abbia vissuto per anni a Palermo – racconta – speravo in un’assegnazione di lavoro in una piccola città. Al privilegio di aver trovato un’occupazione stabile nella mia terra è seguito quello di poter lavorare nella mia provincia e proprio in un centro a mia dimensione. Prediligo questo stile di vita, con la possibilità di costruire rapporti autentici e di conoscersi tutti personalmente”.
Per Paolo il percorso in Poste Italiane inizia con l’inserimento del curriculum vitae sul sito aziendale in risposta a una posizione aperta per la Sicilia. Superati test e colloquio, dopo alcuni mesi con una chiamata dall’azienda arriva la notizia dell’assunzione. “In quel momento lavoravo in uno studio commercialista, tra bilanci, cedolini e bustepaga – prosegue -. Quando mi si è presentata l’occasione di entrare in Poste Italiane non ho esitato un momento. Oltre alla stabilità di un tale impiego, potevo finalmente realizzare il mio sogno da bambino. Alla domanda su cosa volessi fare da grande, infatti, da piccolo piuttosto che ‘l’astronauta’ rispondevo ‘lo sportellista!’”.
Oggi Paolo, che del suo lavoro ama il rapporto con il pubblico e la possibilità di essere d’aiuto agli altri, in poco tempo è diventato un punto di riferimento per tutto il paese. Nell’ufficio postale di via Sabella è il dipendente più giovane e spesso è colui a cui residenti di ogni età si rivolgono per utilizzare i canali digitali; oppure per i nuovi servizi Polis di recente attivi anche a Naro, dove è possibile richiedere servizi Inps al totem e anagrafici a sportello grazie al progetto rivolto ai comuni sotto i 15mila abitanti.
“Nel nostro ufficio si presentano studenti e lavoratori al rientro, turisti di passaggio, giovani immigrati per la stagione di lavoro nei campi ma soprattutto siamo un punto di riferimento per i residenti”. Così, come racconta Paolo, davanti al suo sportello si avvicenda a Za’ Lina, un’anziana del paese che vive da sola e ogni giorno passa per un saluto anche se non ha operazioni da fare ma da raccontare c’è sempre qualche aggiornamento sul nipotino. C’è anche u Zu’ Vicè, che attento e rigoroso viene a ritirare la pensione ogni primo del mese anche se, come quasi tutti i suoi “colleghi” pensionati, potrebbe riscuoterla come e quando vuole con la sua carta del libretto. C’è l’avvocato distinto, che in sede si ferma spesso per bonifici e raccomandate e poi ci sono i tre tabaccai del paese ai quali non manca la battuta sugli “onerosi” bollettini da pagare per la vendita dei valori bollati. E non può mancare padre Giuseppe, il parroco del paese, che Paolo conosceva già a Caltabellotta, e che gli chiede se ha bisogno di ospitalità piuttosto che percorrere un’ora di strada verso casa.
“Insieme ai colleghi in ufficio postale siamo parte della comunità – conclude Paolo che a Naro si sente come a casa – E col nostro costante impegno, giorno dopo giorno, quel senso di comunità speriamo di contribuire a preservarlo”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA