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Montevago, riaffiorano durante lavori i gradini della cattedrale distrutta dal sisma del ‘68

Di Redazione |

“Riaffiorano durante i lavori di catalogazione e restauro i primi gradini della scalinata della vecchia chiesa madre di Montevago distrutta dal sisma del 1968. Veder riemergere le prime parti del nostro duomo è una grande emozione”. Lo ha detto il sindaco Margherita La Rocca Ruvolo oggi a margine di un sopralluogo nel cantiere della vecchia chiesa Madre aperto nelle scorse settimane.

Il finanziamento complessivo dell’assessorato regionale alle Infrastrutture ammonta a circa 750mila euro; ad aggiudicarsi la gara del primo stralcio funzionale è stata l’Impresalv Srl di Favara. Il progetto prevede la rimozione dei massi rimasti nella struttura dopo il crollo provocato dal terremoto del 1968, la messa in sicurezza delle colonne e quindi la fruizione al pubblico della pavimentazione della chiesa ai fini turistici. Un altro progetto da un milione di euro per un ulteriore intervento di recupero e valorizzazione del vecchio duomo del centro belicino è già stato presentato comune al ministero dei Beni culturali.

“Diversi – ha aggiunto il primo cittadino – gli interventi di riqualificazione che abbiamo realizzato in questi anni nel vecchio centro di Montevago oggi vestito a nuovo per onorare le vittime del sisma, per trasmettere il valore della memoria collettiva della nostra comunità alle nuove generazioni e per valorizzare il nostro patrimonio culturale, architettonico e paesaggistico ai fini turistici. Quello del restauro della chiesa Madre è un progetto importante sia sul piano del recupero dei beni culturali sia per quello che rappresenta per la nostra comunità, per la sua identità e il suo senso di appartenenza. Sarà davvero emozionante poter tornare a calpestare il pavimento di un luogo a noi molto caro”.

La cattedrale di Montevago fu costruita nel luogo in cui sorgeva un tempo la chiesa del Santissimo Crocifisso. E’ dedicata agli Apostoli Pietro e Paolo e fu iniziata a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo dal principe Giovanni Gravina Moncada. Portata a termine dal cardinale Pietro Gravina, fu consacrata nel 1820. La facciata presentava una sagoma neoclassica articolata su due ordini sovrapposti e affiancata da due alti campanili. L’interno era a croce latina, diviso in tre navate con cappelle laterali. All’incrocio del transetto con la navata centrale si innalzava la cupola emisferica. Le pareti dell’abside erano decorate da affreschi monocromatici rappresentanti storie bibliche, mentre nelle cappelle laterali sorgevano altari ornati da pregevoli opere artistiche di tipo scultoreo e pittorico. Dopo il sisma del 1968 l’opera andò quasi completamente distrutta.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA