Il Tribunale amministrativo regionale per la Sicilia ha respinto il ricorso, dichiarato “irricevibile, inammissibile, improcedibile, e comunque rigettato in quanto infondato”, proposto dalla Pro Loco di Montallegro. Ancora una volta gli organismi preposti hanno confermato la correttezza dell’operato della “Catanzaro Costruzioni”, che ha ottenuto il rilascio del Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale), che consentirà la realizzazione dell’impianto di trattamento dell’umido in contrada “Rocca di Gallo”.
Con la sentenza di oggi i giudici amministrativi hanno statuito che sono inammissibili le tesi della Pro-Loco di Montallegro, nel cui procedimento si era costituito anche il Comune di Montallegro. In particolare hanno accolto in pieno la linea difensiva dell’azienda, rappresentata dagli avvocati Fabio Anile, Riccardo Rotigliano e Serena Viola, respingendo l’azione proposta dall’associazione di promozione turistica, e culturale che puntavano ad ottenere l’annullamento delle autorizzazioni per la realizzazione della struttura.
Va ricordato come solo poche settimane fa la Regione Siciliana, dopo un interminabile iter amministrativo in cui sono state approfondite e vagliate tutte le doglianze del Comune di Montallegro, ha rilasciato l’autorizzazione.
“Siamo ancora una volta soddisfatti ma allo stesso tempo amareggiati – spiega l’amministratore unico della Catanzaro Costruzioni, l’avvocato Giuseppe Panebianco -. Quello di oggi è un pronunciamento che se da un lato conferma il buon operato e la perfetta liceità dell’azione della società che rappresento, dall’altro dimostra come attraverso lo strumentale ricorso giudiziario si siano dilatati i tempi e appesantite le procedure amministrative che già erano state condotte ben oltre i termini previsti, con l’effetto di ritardare investimenti indispensabili per l’ambiente e l’economia. Dal canto mio – conclude Panebianco – non posso che auspicare che prevalga la ragionevolezza e che questo sia l’ultimo atto di questa vicenda: persistere ad oltranza con posizioni ideologiche precostituite e giuridicamente infondate rappresenta, infatti, a tacer d’altro, un danno per l’intera comunità”.