Migranti, Piantedosi: «Sicilia e Calabria non devono essere campo profughi d’Europa»

Di Redazione / 09 Gennaio 2023
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Non c'è una scelta politica di mandare le navi umanitarie nelle città amministrate dal centrosinistra. Si tratta solo di «equa distribuzione» degli arrivi, con l’obiettivo «di sgravare il più possibile Sicilia e Calabria che non devono essere condannate ad essere campo profughi dell’intera Europa». Mentre Ocean Viking e Geo Barents sono in navigazione verso Ancona, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi difende la nuova linea del Governo in materia di sbarchi. E minimizza gli allarmi delle ong sul viaggio di 1.500 chilometri imposto con il mare grosso verso il porto assegnato: «sono navi – ha ricordato il titolare del Viminale – di stazza importante, in passato si sono trattenute in mare per 2-3 settimane in condizioni meteo simili a queste, non sono proibitive, nulla di eccezionale». ll ministro ha parlato a margine del vertice in Prefettura ad Agrigento per fare il punto sull'emergenza immigrazione.

 

 

La prima ad arrivare nel capoluogo marchigiano, domani intorno alle 19, sarà la Ocean Viking di Sos Mediterranee, con i 37 migranti salvati al largo della Libia. Il giorno dopo toccherà alla Geo Barents di Medici senza frontiere (73 i naufraghi recuperati a bordo), che continua a protestare, postando un video con le condizioni del mare. «Stiamo affrontando onde alte fino a due metri e mezzo», lamenta la responsabile dei soccorsi della nave, Fulvia Conte. 
La scelta di Ancona, ha puntualizzato Piantedosi replicando alle polemiche arrivate dall’opposizione, «ha riguardato una città che è in una regione non governata dalla sinistra. E questo dovrebbe indurre a fare ragionamenti diversi. Segnalo che quando avviene uno sbarco viene attuato un provvedimento di distribuzione dei migranti al di fuori del luogo dello sbarco e addirittura al di fuori della regione. Se così non fosse, Lampedusa sarebbe ormai invasa da centinaia di migliaia di persone». Quindi toccherà in maniera equa ai porti di varie regioni, ha assicurato il ministro e «quelli che non sono stati oggetto di indicazione e lo saranno a breve». Sulla stessa linea il sottosegretario all’Interno, Wanda Ferro. «Forse – ha osservato – la sinistra soffre una sorta di sindrome 'nimby', predica accoglienza purché lontano dal suo giardino. Fratoianni e compagni si rassegnino alla politica di contrasto dell’immigrazione irregolare intrapresa dal Governo Meloni». 

La Sicilia e la Calabria non sono però risparmiate dagli sbarchi che continuano a registrarsi anche senza l’intervento delle navi umanitarie. Oggi in 36 sono stati trovati sull'isola dei Conigli a Lampedusa e l’hotspot di contrada Imbriacola ha circa 900 ospiti a fronte di 398 posti disponibili. A Crotone sono arrivati in 62 su un veliero intercettato da una motovedetta della Guardia di Finanza. Ed i numeri di arrivi in questi primi 9 giorni dell’anno sono già consistenti: sono 3.673, una cifra di dieci volte superiore a quella registrata nello stesso periodo del 2022, quando gli arrivi furono 378. Pakistani (345), egiziani (201) e siriani (192) le nazionalità più rappresentate. I minori non accompagnati sbarcati finora sono 146. 

Il Governo, oltre che a gestire gli arrivi, è impegnato anche con i Paesi di provenienza e transito per frenare le partenze. "Il 16 gennaio – ha informato Piantedosi – andrò in Turchia e maturerà un avvio di collaborazione e confronto. Molto probabilmente, a ruota, toccherà alla Tunisia: con il mio omologo tunisino ho avuto già ripetuti scambi telefonici e ci vedremo a breve». C'è poi, ha aggiunto, «il tema della Libia da riprendere e va oltre i problemi migratori e su questo vi porto la testimonianza di un impegno diretto del presidente del Consiglio dei ministri e del ministro degli Esteri. Con la Libia, a livello tecnico-operativo, abbiamo già ripreso un dialogo di cooperazione operativa». 
 

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Pubblicato da:
Carmela Marino
Tag: agrigento campo profughi migranti navi ong piantedosi sbarchi sicilia