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L’Umanità senza confini che ci lascia il tempo per riflettere

Di Redazione |

È stata inaugurata domenica scorsa alla FAM Gallery di Agrigento la mostra del fotografo agrigentino Nuccio Zicari dal titolo “Humanity without borders”. Si tratta di un fotoreportage di venticinque scatti raccolti tra il 2014 e il 2017 nell’hotspot di Porto Empedocle che “catturano il reale”.

Il noto fotocronista, così, attraverso la nuda verità del bianco e nero, accende i riflettori su una “umanità senza confini”. Sono, infatti, foto di migranti che, afferma afferma Zicari: “ Non vogliono puntare l’attenzione sul problema o rintracciarne i responsabili; ma essere piuttosto un invito alla riflessione, a considerare il lato umano di questi uomini, donne, bambini, famiglie”. Volti smarriti, stanchi, provati dalla traversata, ma, nello stesso tempo, carichi di speranza e felici per “aver toccato terra”.

Nell’allestimento, curato da Salefino, le foto raccontano e ci parlano di “vite sospese”; così, una donna allatta il figlio sulla nave Rio Segura della Guardia Civil spagnola, una coppia scende tenendosi amorevolmente per mano dalla nave Chimera della Marina Militare Italiana, un bambino gioca con un palloncino di guanto fatto da un volontario. Sono, infatti, centinaia i volontari impegnati ad accogliere, accudire, visitare, medicare, ascoltare i migranti in fuga da guerre, fame e povertà.  Gli stessi che, in un commovente scatto, lavano e vestono un bambino nato durante la traversata dalla costa libica a quella italiana.

Trentatré anni, studi medici tra Messina e Milano e di fotografia presso l’Accademia di Fotografia John Kaverdash del capoluogo lombardo, Zicari spiega così il fotoreportage di “Humanity Without Borders”: “Ho avuto la possibilità di stare a stretto contatto con queste persone –afferma il fotografo- fin da subito ho sentito l’esigenza di dare testimonianza di ciò a cui assistevo sotto i miei occhi, di documentarlo. Col tempo il mio sguardo è cambiato, inizialmente scosso dalla tragedia declinata nelle sue forme più cruente, ha trovato la sua attenzione in ciò che succedeva poi, in quello che ai media non interessa perché non fa notizia. Ho scoperto –conclude il fotografo – una forma di serenità nella tragedia, una pace nata dalla consapevolezza che nulla di peggio di ciò che era passato poteva ormai accadere, una straordinaria umanità nel convivere col dramma e con la speranza di poter iniziare un nuovo percorso di vita”. Accompagnano l’esposizione, nel catalogo bilingue, i testi del fotoreporter Tony Gentile, del fotografo e raffinato ritrattista Franco Carlisi, degli storici dell’arte Giuseppe Frazzetto e Dario La Mendola e del giornalista e scrittore Gaetano Savatteri che parla di sospensione dell’approdo e del toccar terra dopo un viaggio lungo e tormentato: “ Nelle sue foto – afferma Savatteri -Nuccio Zicari coglie l’attimo fuori dal dramma, il dettaglio che non racconta l’apocalisse o l’invasione, la smorfia del terrore e della morte, ma la quiete di chi è arrivato a toccare una sponda. Le donne e gli uomini raccontati da Zicari sono tutti sopravvissuti: nei loro occhi, nella loro spossatezza e nel loro sgomento –conclude Savatteri – possiamo immaginare le cose terribili che hanno visto e vissuto, cose che non è difficile sapere, ma che troppo spesso vogliamo ignorare”. La mostra, ideata e realizzata da Paolo Minacori, coordinata da Claudia Azzara è patrocinata dal Comune di Agrigento, rimarrà aperta fino al 24 marzo.

Credit Photo Gallery: “HUMANITY WITHOUT BORDERS – NUCCIO ZICARI, All Rights Reserved.

Credit Photo Backstage: Sofia CusumanoCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA