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Lo chiamano il “ponte della vergogna”

Di Gioacchino Schicchi |

Agrigento – “Il Ponte della Vergogna”. E’ questo il nome che è stato affibbiato al viadotto Petrusa ieri durante la manifestazione organizzata dalla Cisl di Agrigento nei pressi di uno dei due spuntoni sopravvissuti della struttura abbattuta a marzo e chiusa da dicembre del 2016.

Una chiamata alle “armi” alla quale hanno risposto diversi cittadini e i consiglieri di Favara e Agrigento (maggiore la presenza del Consiglio comunale della città dell’Agnello pasquale, assenti in entrambi i casi i sindaci – che hanno delegato due assessori – così come i deputati regionali e nazionali della nostra provincia) oltre che alcuni partiti politici e associazioni, tutti uniti per chiedere a gran voce che si provveda a colmare quello che oggi è un vero e proprio “vuoto” in termini infrastrutturali. “Questa provincia – ha detto il segretario provinciale della Cisl, Maurizio Saia – non può permettersi di continuare ad inaugurare strutture incomplete. Vogliamo mettere insieme tutti per raggiungere l’obiettivo di realizzare questa struttura in tempi brevi”. Uno degli argomenti più sentiti da parte soprattutto dei residenti, ormai stanchi per mesi di disagi (l’assenza del ponte ha reso più lungo il percorso per arrivare ad Agrigento di almeno 10/15 chilometri) è proprio la “beffa” di aver assistito pochi mesi fa all’inaugurazione in pompa magna della nuova “Strada degli Scrittori”, senza che nessuno pensasse che senza il viadotto Petrusa (che è formalmente un’altra strada, ovvero la Statale 122) non esisteva un collegamento veloce tra la rinnovata 640 e Agrigento Bassa. “Loro fanno tanta festa – dice un’abitante – e poi i disagi li dobbiamo vivere noi? E’ una situazione inaccettabile”. Sulla mancata previsione delle conseguenze dell’abbattimento del viadotto (che qualcuno ha sibillinamente sostenuto potesse essere un problema non calcolato per la sottostante Statale) è intervenuto anche il segretario della Cisl Fns, Salvatore Gallo Cassarino, evidenziando la difficoltà vissuta dagli agenti di Polizia penitenziaria che devono percorrere una viabilità secondaria spesso in pessime condizioni con mezzi blindati e allarmati.

Se, come abbiamo anticipato ieri, Anas dovrebbe completare la progettazione del ponte entro l’inizio dell’estate, nei prossimi giorni le amministrazioni di Agrigento, Aragona e Favara dovrebbero chiedere un incontro con il gestore della rete autostradale per avere risposte certe sulla riapertura della strada.

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