Licata, una lite sfociata in cannibalismo Carabinieri arrestano padre e figlio

Di Antonino Ravanà / 14 Agosto 2016

Licata – Scoppia un litigio per questioni di parcheggio, e padre e figlio prendono a morsi in faccia il vicino, staccandogli il lobo di un orecchio e un pezzo di guancia.

I carabinieri intervenuti per sedare la zuffa, stendevano a credere ai loro occhi, quando si sono trovati davanti i due “cannibali” con la bocca ancora piena di sangue, e brandelli di carne sparsi sul pavimento. In manette sono finiti due incensurati Trasparano La Cognata, cinquantaquattrenne, e il figlio Pietro La Cognata, trentaduenne, entrambi braccianti agricoli di Licata, ritenuti responsabili, in concorso, di lesioni personali gravissime e violazione di domicilio aggravata. La vittima, un operaio ultrasessantenne, porterà per sempre sul viso i segni del pomeriggio di follia dei suoi dirimpettai. Emigrato da molti anni in Germania, era tornato da poche settimane nel suo paese di origine per trascorrere un periodo di ferie estive, insieme ai suoi familiari. Rischia di restare sfregiato a vita. Teatro dell’incredibile baruffa la via Manzoni, una strada centrale del grosso centro dell’Agrigentino. Tutto è iniziato nel pomeriggio di sabato, dopo che i due La Cognata, hanno parcheggiato un furgone di loro proprietà, davanti alla saracinesca del magazzino del vicino. Quest’ultimo avrebbe avuto da ridire sul comportamento di padre e figlio. Per chiarire una volta per tutte la vicenda i tre protagonisti si sono incontrati in strada, e le due fazioni non avrebbero mancato di far notare ognuno le proprie ragioni. «Il furgone in questo posto non ci deve stare», avrebbe urlato infastidito l’operaio. «Non è tuo, la strada appartiene anche a noi», hanno replicato i due La Cognata, con l’adrenalina in corpo salita a mille. Una discussione come tante. In altre occasioni infatti le due famiglie si erano scontrate, sempre per problemi di vicinato.

Questa volta però l’alterco da qui a poco è degenerato. Tornati a nelle rispettive abitazioni, Trasparano e Pietro La Cognata, ci sono rimasti una manciata di minuti. Oramai fuori di sé, non hanno nemmeno suonato al campanello di casa del vicino. Hanno sfondato la porta d’ingresso, e una volta dentro si sono scagliati contro l’uomo, colpendolo a calci e pugni. Dopo averlo massacrato di botte, ad un certo punto l’hanno addentato. Uno gli ha staccato il lobo dell’orecchio sinistro, l’altro lo ha azzannato in viso, tirandogli un pezzo di guancia. I carabinieri della Compagnia di Licata, guidati dal capitano Marco Currao, giunti nell’abitazione, in pochi attimi hanno ammanettato gli aggressori; mentre l’operaio, malridotto, è stato accompagnato all’ospedale “San Giacomo d’Altopasso”, dove i medici gli hanno curato e suturato le ferite. I due La Cognata, su ordine della Procura di Agrigento, sono stati ristretti ai domiciliari.

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Pubblicato da:
Redazione
Tag: la cognata licata manzoni orecchio