È legittima la nomina del nuovo presidente del Parco archeologico della Valle dei Templi. Il Tribunale amministrativo regionale per la Sicilia, sezione prima, presidente Calogero Ferlisi, relatore Sebastiano Zafarana, ha respinto il ricorso presentato da Gabriella Capizzi, contro Bernardo Agrò, presidente del Consiglio del Parco archeologico, difeso dall’avvocato Vincenzo Camilleri. La ricorrente, che figurava tra i precedenti componenti del Consiglio, si era rivolta al Tar contro il decreto di nomina del nuovo Consiglio del Parco. Il Tribunale amministrativo ha accolto la tesi difensiva dell’avvocato Camilleri circa la legittimità della determinazione assessoriale di costituire ex novo il Consiglio, piuttosto che integrare quello in carica. Ciò, a fronte dell’illegittimità della precedente composizione voluta dall’ex assessore regionale dei beni culturali ed ambientali
e dell’identità siciliana, Carlo Vermiglio, il quale, disconoscendo una norma specifica della legge regionale n. 9 del 2015, aveva introdotto con decreto una disciplina ad hoc per determinare la nomina e la riduzione a tre membri del Consiglio del Parco, escludendo il Sindaco di Agrigento. Per i giudici del Tribunale amministrativo, dunque, il ricorso non è apparso sorretto da sufficienti profili di fondatezza tali da farne ipotizzare un esito favorevole nel merito. La domanda di sospensione del provvedimento è stata respinta e l’architetto Bernardo Agrò potrà continuare a espletare le sue funzioni di presidente del Parco. La decisione del Tar conferma di fatto la legittimità dell’intero Consiglio, di cui fa parte, tra gli altri, il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto.
In piena estate, il presidente della Regione ha nominato non solo il nuovo direttore del Parco della Valle dei Templi, l’architetto Roberto Sciarratta, ma anche il presidente e l’intero Consiglio del Parco, sostituendo Bernardo Campo, che dall’assessore Sebastiano Tusa, poi deceduto nel tragico incidente aereo in Etiopia, era stato ritenuto non in possesso dei requisiti per svolgere tali funzioni. Secondo quanto previsto dalla legge regionale n.9 del 2015, non solo il numero dei componenti è stato portato a cinque, ma il Comune di Agrigento è tornato ad avere diritto di voto in Consiglio, mentre in precedenza la sua rappresentanza era stata ridotta a funzioni puramente consultive e non vincolanti