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Lampedusa, gli abitanti in piazza contro i continui sbarchi e per avere un ospedale

Di Gaetano Ravanà |

Lampedusa rischia di scoppiare e, non solo per i continui sbarchi, ma per la popolazione locale che non ne può più di essere soltanto sfruttata dallo Stato.

Stamani, nella centralissima via Roma, si sono ritrovati a centinaia in quella che è stato il battesimo del nuovo comitato spontaneo. Tutti rigorosamente a distanza, la gente ha ascoltato chi ha voluto questo momento di protesta che comunque non si esaurira’ qui.

La prima richiesta è quella di una seduta straordinaria del Consiglio comunale al fine di trattare gli argomenti che stanno più a cuore agli isolani. La prima richiesta è quella di avere, finalmente, un ospedale come si deve. Gli isolani dicono, il Governo ha stanziato diverse somme per la Sanità, ecco è arrivato il momento che lo Stato si sdebiti con i lampedusani che hanno dovuto fare i conti da decenni con il dramma dell’immigrazione.

E, la seconda protesta riguarda proprio i continui sbarchi che ormai non si contano più anche nel periodo di lockdown. 

“Non vogliamo più sbarchi e non vogliamo che gli immigrati arrivino sul nostro suolo, il vaso è colmo. Non vogliamo più essere la piattaforma carceraria di nessun tipo, non vogliamo più essere complici di nuovi schiavi non vogliamo più il centro per i migranti. Questa gente deve rimanere in Africa. Da trent’anni siamo alle prese con questo problema che ha messo e sta mettendo in crisi seria la nostra già fragile economia”.

Giacomo Sferlazzo e Attilio Lucia, fautori di questo comitato, sono dei fiumi in piena: “Prima il Consiglio comunale e subito dopo andremo a Roma per incontrare il Governo. Questa volta ci sentiranno. Qui regna la disperazione. Non siamo razzisti, lo abbiamo dimostrato in trent’anni, spogliandoci per aiutare i migranti, ma adesso è troppo”.

La foto Stella Annalisa Garito COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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