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Lampedusa: “Condanniamo il gesto dell’incendio alle barche, ma se si farà l’ospedale il merito sarà delle nostre battaglie”

Di Gaetano Ravanà |

“Condanniamo il brutto gesto di aver dato fuoco alle imbarcazioni che hanno trasportato i migranti, ma più volte in passato si sono verificati questi episodi, ma i governi non hanno mosso un dito”.

Sferlazzo e Lucia del Comitato spontaneo locale prendono parola dopo l’ attentato incendiario di venerdì sera, ma al contempo bacchettano anche l’attuale Governo di non avere fatto abbastanza per Lampedusa,per eliminare il cimitero delle barche che deturpa l’isola.

“Abbiamo denunciato più volte negli ultimi tempi – dicono i due – che la situazione a Lampedusa è degradata. I lampedusani sono stanchi di essere utilizzati, di rendersi complici del traffico dei migranti. L’hotspot non lo si vuole più,lo testimoniano le tante firme raccolte. Noi non siamo più disposti a subire un fenomeno che sembra non conoscere la parola fine. Vogliamo, inoltre, sottolineare che se si costruirà l’ospedale nell’isola, lo si deve proprio alle nostre battaglie. Non vogliamo vedere primedonne che si debbano prendere i meriti, è da mesi che lottiamo, che ci battiamo per una Lampedusa libera, che non sia conosciuta sempre perché accoglie i migranti. Dopo trent’anni è umano essere stanchi,anche perché l’economia è al collasso e, il Governo non fa nulla di importante per aiutarci. Assistiamo a semplici sfilate, vogliamo i fatti, delle parole non abbiamo che farcene. Condanniamo l’attentato incendiario, ma dov’era il Governo quando sono stati date alle fiamme cumuli di immondizia appena l’anno scorso? Sappiamo che dare a fuoco pattume e le barche del cimitero arreca danni alla nostra salute, ma bisogna fermare l’esasperazione della gente,altrimenti, episodi del genere sono destinati a ripetersi”. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA