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L’Akragas senza né capo né coda perde pure ad Acireale: ora cadano le teste

Le quattro cose da fare per evitare una retrocessione già scritta

Di Fabio Russello |

Se perdi pure nello scontro tra due squadracce – perché pure l’Acireale è una squadraccia – significa che l’Akragas è destinata alla retrocessione già a gennaio.

E tenuto conto che l’Eccellenza è più probabile della salvezza – i tifosi dell’Akragas si augurano che non sia così – è necessario spezzare l’inerzia che sta portando i biancazzurri verso la retocessione.

Spezzare l’inerzia

Come si spezza l’inerzia? Ecco i quattro punti.

Il primo: intanto bisogna individuare le responsabilità tecniche. Il primo responsabile è il direttore sportivo Giuseppe Cammarata. Errori su errori che si sommano sin dal primo anno di Eccellenza quando l’Akragas fallì la promozione in D, rinviandola all’anno successivo (ma con un altro Ds). Quali sono gli errori? Le “porte girevoli” dei 30 o 40 giocatori l’anno che passano per l’Esseneto, alcuni dei quali veramente improbabili: vi ricordate l’attaccante inglese dell’anno scorso del quale nessuno di noi ricorda il nome o l’attaccante greco del quale lui stesso ha ammesso si sia trattato di un errore (fosse solo uno l’errore…)? All’Akragas serviva una punta di categoria e l’Akragas non ce l’ha.

Gli errori che si sommano agli errori

Il club che ammette che Pino Rigoli si è dimesso dopo un confronto con i giocatori che non condividevano il modulo scelto dal tecnico messinese. Errore esiziale e (sportivamente) tragico: in nessuna squadra del mondo è la rosa o i “senatori” a decidere cosa deve fare e come deve giocare l’allenatore (a meno che non ti chiami Cristiano Ronaldo). Nemmeno in terza categoria. Quindi il primo che dovrebbe prendere atto del suo “fallimento” tecnico è il Ds. E se non dovesse prenderne atto tocca al patron Giuseppe Deni far sì che ne prenda atto.

Il secondo: il mercato di dicembre si avvicina e serve qualcuno che i giocatori li conosca e che non li prenda tanto per prenderli. Rigoli lo aveva spiegato: serve un difensore centrale e un attaccante e volendo anche un altro esterno basso. E poi sperare.

Guida tecnica da registrare

Il terzo: Lillo Bonfatto deve capire che a questo punto la salvezza non passa dal gioco e dai fraseggi a centrocampo: serve concretezza. Rigoli lo aveva capito e infatti l’unica vittoria dell’Akragas è arrivata sotto la sua guida. Bonfatto del resto da appena esonerato aveva pure detto – sbagliando – che le sue richieste tecniche non erano state esaudite. Siamo ancora sicuri che sia il tecnico adatto?

Il quarto: il modo di comunicare del club non va bene. Che Garufo sia finito fuori rosa lo sappiamo dalle parole – fuori posto – del tecnico dopo il pari col Ragusa. Nessuno sa che fine abbia fatto Fragapane: è infortunato? E’ fuorirosa? Non lo sa – ufficialmente – nessuno. E Tuccio? Quando rientra Tuccio?

L’ultima occasione

A dicembre c’è l’ultima occasione. Giuseppe Deni ha speso un sacco di soldi, se non spezza l’inerzia li perderà tutti. Serve una svolta a 180 gradi, altrimenti – se il club sopravvive – si torna ad Akragas – Oratorio San Ciro e Giorgio (con tutto il rispetto per i palermitani).COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA