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L’Akragas risorge, 2 a 0 al Paternò e torna in corsa per la salvezza

Di Fabio Russello |

Alzi la mano chi avrebbe scommesso un cents sul risultato positivo dell’Akragas contro il Paternò, neopromossa sì ma sesta forza del campionato, nonché fino ad oggi seconda difesa del girone (ma anche va detto, e si è visto, il secondo peggiore attacco).

E invece stavolta i biancazzurri hanno giocato per tutti e novanta i minuti: il solito primo tempo – senza strafare ma di sostanza come altre volte era capitato – e pure un buon secondo tempo, soffrendo, sbagliando anche, ma senza mai mollare un centimetro e senza mai perdere la concentrazione e le misure.

Il Paternò – anche se il tecnico Gaetano Catalano ha assicurato di no – ha avuto probabilmente il torto di sottovalutare l’Akragas, reduce da una sberla epocale a Siracusa e comunque ultimissima in classifica.

Il 3 5 2 scolastico ma efficace di Favarin

E invece… e invece è successo che Giancarlo Favarin ha ridisegnato la squadra: il 3 5 2 è il suo marchio di fabbrica e al massimo può anche prevedere un uomo dietro le punte. Ma non si prescinde dalla difesa a tre. Gli esterni dell’Akragas sono un po’ raffazzonati perché stavolta all’Esseneto c’era a sinistra Di Stefano che l’esterno lo fa di ruolo e a destra Paolo Grillo, il capitano che si è sacrificato facendo l’esterno a tutta fascia e peraltro con risultati non male. Bisognerà vedere se Favarin riuscirà a trovargli una collocazione anche con l’organico al completo (speriamo di sì perché tecnicamente è una spanna sopra gli altri). In mezzo il tecnico deve fidarsi della capacità di inserimento di Palazzolo, della garra infinita di Meola e della maturità a dispetto dell’età (è un 2007) di Ferrigno. In avanti ci sono Tuccio (l’uomo che ha segnato il rigore con la palla che pesava un quintale) e Leveh, grande e grosso e bravo a fare le sponde ma che però non arriva mai al tiro. In difesa i tre sono De Marino braccetto di destra, il giovane Prestigiacomo braccetto di sinistra e Da Silva in mezzo. Linea della difesa bloccata e più alta del solito, squadra più corta e spazi intasati dove, infatti, il Paternò non ci ha capito quasi niente. Possesso del pallone sempre – o quasi sempre etneo – ma nel primo tempo il Paternò è veramente pericoloso solo nel finale e nella ripresa lo è solo nella fase centrale. Insomma, roba pericolosissima mai (se escludiamo un diagonale di Guida al 60’ che attraversa l’area e finisce a mezzo metro dal palo).

La nuova disciplina tattica

L’Akragas è invece disciplinata: giro palla ridotto al minimo, palloni lunghi a cercare la spizzata di Leveh per un centrocampista che si inserisce e attenzione massima in difesa. Quando è così il risultato lo sblocchi solo da calcio da ferfmo: e infatti al 26’ sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto dalla sinistra, Da Silva si arrampica in cielo e il suo colpo di testa è perfetto per l’1 a 0. Il Paternò è sorpreso: fino a quel momento pur senza strafare non aveva mai fatto diventare pericolosa l’Akragas e dunque affiora anche un po’ di nervosismo. Nel finale prova a pareggiare, ma prima Viglianisi e poi Panarello trovano Dregan pronto.

Paternò poco concreto regala spazi

Nella ripresa Catalano rimescola le carte: dentro pure De Jesus che dovrebbe dare più capacità di saltare l’uomo per dare lo scacco matto alla densità di uomini dell’Akragas sulla trequarti biancazzurra. Il ragazzo quando ha la palla è uno spauracchio perché si capisce che sa saltare l’uomo, però la difesa e il centrocampo dell’Akragas tengono botta senza mai perdere la bussola. Lo sforzo massimo del Paternò è intorno al quarto d’ora della ripresa con il tiro di Guida di cui abbiamo parlato e un’altra conclusione di Asero che finisce fuori. Passano i minuti e il Paternò diventa sempre più offensivo e più confusionario e l’Akragas ha gli spazi per colpire in contropiede. E infatti al 72’ Favarin mette dentro Christopoulos per Leveh e il greco è – finalmente – decisivo: prima sbaglia uno stop quando è quasi solo davanti al portiere, poi dà a Violante un pallone d’oro che però il ragazzo spara tra le braccia di Mileto e infine all’88’ si procura il rigore che Tuccio trasforma mettendo fine alle paure dei – pochi – tifosi presenti all’Esseneto.

Gli sviluppi societari

Prima il ds Giuseppe Cammarata e poi il presidente Carmelo Callari in sala stampa hanno rassicurato tutti sul gruppo di imprenditori siculo veneti che hanno rilevato la maggioranza delle quote societarie. Quindi – se ci hanno messo la faccia così apertamente – non possiamo che fidarci. Poi, però, Favarin sempre in sala stampa ha detto che entro domenica si aspetta almeno due o tre nuovi innesti. Nelle prossime ore dovrebbero arrivare due centrocampisti e forse anche una punta. Vedremo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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