L’Akragas, Pino Rigoli e il mercato: la versione del ds Giuseppe Cammarata

Di Fabio Russello / 09 Ottobre 2024

Sulla graticola c’è finito lui, il ds dell’Akragas, Giuseppe Cammarata. I biancazzurri sono penultimi e nel caos dopo l’esonero di Bonfatto dopo tre partite, l’arrivo di Rigoli, le dimissioni dopo sole due partite del tecnico messinese e il ritorno dell’allenatore precedente.

Cammarata, perché Rigoli si è dimesso?

Con estrema sincerità le dico che nessuno di noi si aspettava le dimissioni di Rigoli. Io penso che nel calcio un confronto tra squadra e tecnico debba sempre esserci. Succede dalla serie A alla terza categoria, se ovviamente è fatto in modo educato da parte di tutti.

Quindi il confronto c’è stato?

Il confronto c’è stato perché secondo Rigoli dopo Barcellona c’era qualche mal di pancia. Io sono il ds e questa cosa l’ho approfondita e ci siamo accorti che qualche mal di pancia c’era. E allora quando Rigoli è arrivato martedì in sede, ed eravamo io, lui e Graziano Strano, gli abbiamo chiesto di parlarne nello spogliatoio per vedere se questo mal di pancia si poteva curare.

E che cosa è successo?

Siamo entrati nello spogliatoio e quasi la totalità della squadra ha parlato. Tutti i giocatori hanno detto che rispettavano le decisioni del tecnico. Quasi tutti hanno parlato esclusi i più giovani e non c’è stato nessuno che ha minacciato di andarsene. Quando i calciatori hanno finito di parlare, tutti si aspettavano una replica del mister che invece non ha detto nulla. Siamo usciti dallo spogliatoio e Rigoli ha comunicato la sua intenzione di dimettersi. Abbiamo cercato di convincerlo a restare. Gli abbiamo anche detto se secondo lui c’era qualcuno che andava messo fuori rosa e nel caso ne avrei parlato con la proprietà. Se il tecnico pensa che qualcuno rema contro… Ma io vi posso dire che non è così. Rigoli ha comunque ribadito di non volere andare avanti. Peccato, perché quando lo abbiamo preso lui era convinto che lavorandoci e prendendo un paio di pedine, l’Akragas non è squadra da ultimo posto. Il confronto non lo ha delegittimato, ma a lui non è piaciuto.

Il gruppo come è?

Il gruppo è sano, prima di tutto perché è giovane e quindi forse pecca di esperienza. Ma se il gruppo decide di parlare una ragione c’è. La comunicazione è importante. Ora serve serenità e sono sicuro che troveremo il bandolo della matassa. Mi spiace per la decisione di Pino. Dire che è stato fatto fuori dalla squadra o dal ds è ingeneroso. Sarei io per primo da manicomio visto che io ci ho parlato e io l’ho convinto ad accettare la panchina dell’Akragas.

Si imputa degli errori?

Abbiamo fatto una rosa completamente rinnovata, rispetto allo scorso anno 26 profili nuovi. Se le dicessi che li ho indovinati tutti e 26, non direi la verità. Su 26 se ne possono sbagliare due o tre

Perché non è stato preso un attaccante di categoria?

Abbiamo Leveh che è una buona punta, nelle ultime partite la sua sfortuna è che gli sono arrivati pochi palloni. Sull’impegno non si può discutere. Una punta da venti gol costa 100 mila euro e non abbiamo quel budget. So bene che abbiamo bisogno di una punta di peso. Ma se dobbiamo prenderlo deve essere buono. Oggi è impossibile e se vediamo le altre squadre, togliendo Siracusa e Scafatese, non ce l’ha nessuno. La squadra è stata costruita a luglio con Bonfatto e con Leveh per un 4 3 3.

E Efthymios Christopoulos, l’attaccante greco?

Il ragazzo non capisce l’italiano e secondo me abbiamo fatto un errore.

Perché l’Akragas ha in rosa quasi 30 giocatori

Abbiamo 26 – 27 calciatori e togliendo i 3 portieri significa che ne abbiamo 24 di movimento, 13 dei quali juniores che bisogna avere per regolamento. Domenica a Barcellona c’erano 21 convocati e ci sono 5 indisponibili. So che lei cita spesso le porte girevoli. L’anno scorso ho dovuto rimodulare quando fui chiamato dal presidente lasciando Imola. La nostra è una squadra giovane che va protetta dalla società e dal pubblico, andare allo scontro non porta da nessuna. L’Akragas è patrimonio di tutti, non è di Deni o di Cammarata. La classifica dice che abbiamo qualche difficoltà. Se a dicembre siamo ancora messi male significa che abbiamo sbagliato tutti. Ma per ora abbiamo giocato solo cinque partite.

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Fabio Russello