L’importante era vincere e l’Akragas di Pino Rigoli, soffrendo più del dovuto, ci è riuscita. Il tecnico messinese, come ha detto in conferenza stampa, non ha certo la bacchetta magica ma un’altra sconfitta sarebbe stata – sportivamente parlando, ovviamente – un dramma. Solo che del match dell’Esseneto c’è davvero da salvare solo il risultato e nient’altro. Sul piano del gioco infatti, pur con un avversario che ha giocato poco più di un tempo in dieci uomini, c’è davvero tanto da lavorare. Lo sa anche Rigoli e nei prossimi giorni dovrebbero esserci diverse novità nella rosa sia in entrata che in uscita.
Rigoli, alla guida dell’Akragas da una settimana, qualcosa l’ha cambiata: Rechichi spostato sulla fascia a fare l’esterno basso a destra, Fragapane centrale al fianco di Da Silva, Lo Faso più arretrato a centrocampo sulla stessa linea di Garufo, Leveh punta unica col sostegno di Grillo sul centrosinistra e Galliano sul centrodestra. L’altro centrocampista è Palazzolo, la difesa è completata a sinistra da Di Rienzo. In fase di possesso è un 4 3 2 1, in fase di non possesso è un 4 1 4 1. Ma sono solo numeri: se si gioca così non si va da nessuna parte.
L’Akragas è contratta e si vede, ma c’è anche il fatto che il nuovo corso di Rigoli ha cambiato qualcosa nell’impostazione del gioco: c’è più circolazione di palla dal basso, gli esterni sono più coinvolti. Ma tecnicamente – e per tutti i 90 minuti – gli agrigentini sbagliano troppo. Non si può dare la colpa al terreno che, finalmente, è presentabile. Forse è la paura di perdere, ma ci sono tocchi sbagliati anche da gente come Garufo e Lo Faso che invece sul palleggio dovrebbero essere sopra tutti gli altri (o quasi). Per la Sancataldese, va detto, è una partita sfortunata: dopo due minuti si fa male Sidibe che esce in barella (e si teme un infortunio grave al ginocchio) e poi – sullo 0 a 1 – il capitano Tedesco fa una folle protesta contro l’arbitro: era già ammonito, ma il direttore di gara gli mostra direttamente il rosso.
Il gol arriva al 21’ su una mischia che risolve Palazzolo sugli sviluppi di un angolo. L’Akragas potrebbe raddoppiare dopo 4 minuti: Grillo dà un pallone col contagiri a Lo Faso che spara sul portiere.
Non succede nulla – o quasi – per tutta la partita fino al 90’ anche se la Sancataldese reclama su un paio di episodi in area di rigore. Ma nel recupero l’Akragas trema: al 90’ c’è una punizione per la Sancataldese dal limite che buca la barriera ma Dregan blocca e al 95’ un tiro da limite di Dolenti (che è il portiere della Sancataldese) che era indirizzato all’incrocio dei pali e che Dregan mette in angolo.
Il triplice fischio finale è una liberazione per gli agrigentini per un secondo tempo davvero negativo – nessun tiro in porta, nessuna ripartenza: il nulla – con una Sancataldese che in dieci uomini nella ripresa ha tenuto in mano il pallino del gioco ma diventando pericolosa solo nel recupero.