Un disastro che va al di là dell’1 a 0 con il quale l’Enna (anche l’Enna…) ha violato l’Esseneto. Perché l’Akragas è un Titanic che vede l’iceberg della retrocessione sempre più grande all’orizzonte domenica dopo domenica. Si avvicina ma senza che il capitano, che è Giuseppe Deni, metta da parte il timoniere che è il tecnico Lillo Bonfatto e senza che dica al capo della sala macchine, che è il ds Giuseppe Cammarata, di occuparsi di tutto tranne che della sala macchine.
L’Enna – e questa per i biancazzurri è un’aggravante – non ha dovuto fare chissà che cosa per vincere. Gioco elementare ma chiaro, difesa attenta – ma davanti l’Akragas ha dei fuscelli – e capacità di sfruttare l’unico vero errore in difesa dei biancazzurri in apertura di ripresa: Di Rienzo e Dregan non si capiscono, la prendi tu, la prendo io, e invece l’ha presa Barile. Pallonetto, palo e gol.
La cronaca poi è scarnissima: dopo tre minuti occasione d’oro per Palazzolo che di testa da tre metri spara alto, poi nel finale del tempo l’Enna prende le redini del gioco e ha una buona occasione per passare al 40’. Nella ripresa il gol al 5’ e poi Akragas incapace di fare due-passaggi-due dietro l’altro, errori tecnici da far accapponare la pelle, l’allenatore Bonfatto che con tutta evidenza non ha saputo fare il salto di qualità e che dunque è inadeguato per la serie D, giocatori che vagano per il campo senza uno straccio di movimento che abbia la parvenza di uno schema provato in allenamento. In una sola parola il nulla.
Troppi orrori (non è un refuso, è proprio con la o di Otranto) nella costruzione della rosa. Può una squadra cominciare il campionato senza un attaccante che riempia l’area di rigore? No. Può l’Akragas fare un campionato senza che a centrocampo ci sia qualcuno in grado di dare i tempi e i ritmi necessari? No. Rigoli lo aveva capito e aveva chiesto a Lo Faso di fare il centrocampista visto che, sulla carta, è quello che dovrebbe avere i piedi migliori. Al tecnico ha risposto picche e il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Anzi, c’era Garufo ma nel caos biancazzurro anziché cacciare i ribelli che hanno “respinto” Pino Rigoli, hanno cacciato l’unico centrocampista tecnico. Il responsabile è – dovrebbe essere – Giuseppe Cammarata che, però, è incredibilmente ancora in sella col rischio che faccia pure il mercato di dicembre, per quanto Giuseppe Deni già per De Marino lo abbia di fatto bypassato.
Che dire del match? La contestazione a fine partita ai giocatori è forse ingiusta perché l’impegno almeno ce lo mettono, solo che i limiti tecnici sono così evidenti che serve uno che capisca che non si può giocare con un “falso nueve” (che è Lo Faso) che non ne becca una che sia una (ma non è solo colpa sua). Zero tiri in porta, zero conclusioni pericolose. Sotto di un gol Bonfatto prova pure la difesa a tre con uno schema – vabbè schema…. non esageriamo – iperoffensivo che però non sortisce alcun effetto. La classifica è corta ma non lo rimarrà a lungo: servono decisioni drastiche su chi allena, su chi fa la squadra e su alcuni giocatori che dovranno essere confermati o ceduti a seconda delle scelte del nuovo tecnico.