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La Uil agrigentina lancia l’allarme spazzatura

Il segretario generale del sindacato, Gero Acquisto: "In questo modo si getta al vento il lavoro di chi investe nel turismo. Non si può andare avanti con i volontari ed il fai da te"

Di Gaetano Ravanà |

Allarme spazzatura e incuria ad Agrigento e provincia. Nello specifico la città di  Agrigento continua ad avere il vergognoso primato di  capoluogo di provincia, tra le meno vivibili – secondo la classifica annuale del Sole 24 Ore – nonostante abbia scalato ventuno posizioni rispetto al 2020, si ritrova comunque all’84° posto su 107. Sporca sotto tutti i punti di vista. Questo è quanto viene fuori da un semplicissimo giro in auto , sporcizia e degrado lungo le strade del centro, nei quartieri di Agrigento, le spiagge san leonine per non parlare dell’invasione di blatte quando si passeggia al lungomare e i topi a spasso per la città. Tutto ciò lede gli esercizi commerciali che con tanta fatica hanno reso più attraente la zona balneare e il salotto cittadino vivendo di turismo. La situazione è veramente indecorosa per gli abitanti,  nonché contribuenti, che ancora nel 2022 si ritrovano costretti a vivere in condizioni igieniche precarie. Al netto di incivili e “lanciatori seriali” che vanno individuati e sanzionati aumentando i controlli, è necessario predisporre un vero piano straordinario di pulizia della città per liberare bordi strada, marciapiedi e caditoie da erbacce e spazzatura. Il Segretario della Uil di Agrigento, Gero Acquisto congiuntamente alla Segreteria Confederale della CST UIL  a tal proposito sottolinea, come questo sia: ” Il modo più indecoroso e mortificante di accogliere turisti e visitatori. E’ chiaro che non è colpa del Comune se ci sono cittadini che non riescono a comprendere come si faccia la raccolta differenziata e soprattutto che i rifiuti non vanno buttati per strada. Noi come Organizzazione sindacale abbiamo il compito di fare opera di sensibilizzazione, ma è anche lapalissiano che il problema vada affrontato e risolto una volta per tutte. L’unico argine all’incuria non può essere rappresentato da volontari e dal “fai da te”. 

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