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Il presidente dell’Akragas, Peppe Deni, ha acquistato l’Imolese di serie C

Non rivestirà, comunque, la massima carica societaria: "Comunicheremo il nome a breve. Obiettivo è la salvezza"

Di Gaetano Ravanà |

Dopo 472 giorni si chiude l’avventura di Antonio De Sarlo all’Imolese. Con il passaggio simbolico della casacca rossoblù all’imprenditore agrigentino 66enne Giuseppe Deni avviene il passaggio di consegne. Un’idea, quella della cessione, «sopraggiunta già nel 2021/22, per il malcontento maturato – afferma De Sarlo -. Dopo la salvezza ho incontrato Deni, in cinque minuti abbiamo prospettato il tutto. Non c’era più volontà di continuare. Adesso lascio nonostante il buon lavoro fatto dal mister, da Righi e dagli addetti ai lavori. Ci avevo quasi ripensato. Lascio ma con dispiacere, vista la serenità che oggi c’è in campo e nella società». E a questo punto l’imprenditore campano scoppia in lacrime, commosso. «Deni e Callari potranno continuare, anzi migliorare il progetto. Lascio in buone mani e auguro all’Imolese un futuro migliore» aggiunge con la voce rotta dalla commozione. Il neo patron Deni  «Cosa vengo a fare a Imola? Noi volevamo sbarcare nel calcio professionistico, in una piazza che ci potesse far combinare calcio e business. Imola era la sintesi di queste due cose. Abbiamo subito messo in campo idee: vogliamo per prima cosa far sì che l’Imolese mantenga la categoria e in seguito rafforzare la società, anche dal punto di vista economico». In che modo? «Gruppi di investitori cinesi e americani hanno manifestato la volontà di avvicinarsi». A darne dimostrazione la presenza in conferenza stampa di Cheng Yuan, rappresentante di un gruppo di investitori cinesi che farà parte dell’Imolese. «Il nostro motto è poche parole e tanti fatti. Poi verremo giudicati in futuro». Deni tuttavia non sarà presidente della società ma rimarrà presidente della realtà che controlla l’imolese, la Deni-Callari & Associati Srls, società che, ad oggi, vede come soli soci Giuseppe Deni e Carmelo Callari. Una decisione obbligata, essendo Deni già presidente dell’Akragas, squadra di Eccellenza siciliana. «Il nome del presidente, verrà comunicato a breve. Ci saranno due vice presidenti: Franco Coppa e Sandro Di Benedetto» spiega Deni. A rappresentare la società il direttore generale  Luigi Conte, «colui che manderà avanti la macchina dell’Imolese», che verrà affiancato dal club manager Giuseppe Cammarata e da Pierluigi Di Già, braccio destro di Conte. Rimanendo in tema di organico, resta da definire la posizione di allenatore e responsabile dell’area tecnica. «Con mister Antonioli e con Emanuele Righi ci incontreremo e parleremo, loro hanno dei contratti con la società – interviene Luigi Conte -. Dobbiamo incontrarci per definire se il progetto Deni-Callari sarà condiviso da chi occupa i ruoli fondamentali nella società. Il completamento dell’organigramma avverrà passo passo. Struttura molto più robusta Ci sono poi gli obiettivi per il futuro, che vanno oltre il contingente (leggasi gara di domani contro il Padova). «Per noi è un impegno. Impegno per mantenere alto il livello del nostro contributo a una piazza che merita questo impegno. Una piazza che si trova vicina a Bologna e Cesena, realtà calcistiche con una grande tradizione. Quello che cercheremo di fare è far funzionare la squadra. L’Imolese non è solo la prima squadra, ma anche un settore giovanile e un brand che potrebbe essere valorizzato maggiormente. È il nostro obiettivo a lungo termine: cercare un accordo con la città e portare i tifosi allo stadio e creare sinergie con le altre società del territorio e con l’amministrazione”

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