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L'inchiesta

Il mafioso di Racalmuto che si era “infiltrato” per lucrare col superbonus: nuovi guai a Latina per Ignazio Gagliardo

Sequestrate due imprese riconducibili all'ex braccio destro del capo di cosa nostra agrigentina Di Gati

Di Redazione |

La Polizia ha dato esecuzione ad un sequestro preventivo di beni disposto dalla Dda di Roma, riguardante due imprese edili, la “Professionals at work s.r.l.” (sede a Roma) e la “Edil Gallo s.r.l.s.” (con in provincia di Potenza) e riconducibili al mafioso agrigentino Ignazio Gagliardo.

L’inchiesta è il seguito dell’operazione della Squadra Mobile di Latina del luglio scorso su una vicenda di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, con le misure cautelari per cinque persone collegate alla criminalità campana e siciliana e scaturita dalla denuncia di un cittadino che si era aggiudicato all’asta un appartamento a Latina.

Tra gli arrestati c’erano un esponente di una famiglia Rom locale, Ferdinando Di Silvio detto “Gianni”, ma anche  Ignazio Gagliardo, nonché Lucia Balestrieri e Patrizia Balestrieri familiari del 61enne Salvatore Ciotola, uno dei soggetti condannati per l’omicidio avvenuto a Terracina nell’agosto agosto 2012 del boss della camorra Gaetano Marino, detto Moncherino McKey

L’indagine patrimoniale su Gagliardo ha visto gravi indizi in ordine al reato di intestazione fittizia aggravato dal metodo mafioso, delle due società che lavorano nel campo dell’edilizia e avviate per mezzo di prestanome al fine di poter svolgere lavori in virtù del Superbonus 110%”.

Intestazione fittizia che serviva a mascherare la condizione di Gagliardo che per via dei suoi precedenti non avrebbe potuto ottenere i benefici previsti dalla legge. Il volume d’affari delle due aziende tra il 2021 e il 2023 sarebbe di oltre un milione e mezzo di euro.

Gagliardo fu chiamato in causa dalle Balestrieri per costringere il cittadino di Latina a vendere l’appartamento acquistato in un’asta giudiziaria e che era appartenuta ad una delle due donne. Un quadro indiziario rilevante quello delineato dall’attività di indagine svolta, che ha portato all’esecuzione di quattro misure di custodia in carcere – Ignazio Gagliardo, Ferdinando Di Silvio detto “Gianni” o “Zagaglia”, Patrizia Balestrieri e Paolo Vecchietti – di un divieto di dimora – Lucia Balestrieri -, eseguite tra le città di Latina, Roma e Napoli. Contestualmente, sono stati eseguiti decreti di perquisizione personale e locale nei confronti di tutti gli indagati e presso la sede legale e le unità locali di una società riconducibile a Gagliardo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA