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Il Distretto Rurale di Qualità dei Sicani si candida al riconoscimento come “Distretto del cibo”

Di Redazione |

Il Distretto Rurale di Qualità dei Sicani si candida al riconoscimento come “Distretto del cibo”. Il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali aveva già reso noto un nuovo “strumento di progettazione territoriale partecipata” per valorizzare produzioni locali e fornire un aiuto concreto a produttori agricoli, cittadini, associazioni ed enti locali al fine di ottimizzare il patrimonio agricolo, enogastronomico e ambientale, anche a livello di filiera. Si tratta del “Distretto del cibo”, uno strumento innovativo che promuove il “fare sistema” a livello locale attorno a produzioni agricole ed enogastronomiche. Ieri anche l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Sicilia ha pubblicato un provvedimento per il riconoscimento dei distretti del cibo siciliano ed è da questa ulteriore sollecitazione che il Gal Sicani candida il Distretto Rurale dei Qualità dei Sicani a ricevere questo riconoscimento.

“Il territorio dei sicani – spiega il Presidente del Gal Salvatore Sanzeri – ha tutte le carte in regola per essere formalmente riconosciuto come “Distretto del cibo siciliano”, perché in modo naturale offre un’esperienza integrata della cultura agricola ed enogastronomica, assieme a un ricchissimo patrimonio di tradizioni e di siti di interesse ambientale, con riserve e parchi, tutte componenti che ne qualificano l’essenza”.

Il Distretto Rurale di Qualità dei Sicani, istituito dal partenariato del GAL Sicani nella programmazione 2007-2013 e tema catalizzatore del nuovo PAL Sicani 2014/2020 (Piano di Azione Locale), rappresenta di fatto un sistema produttivo locale, caratterizzato da una propria identità storica e territoriale, dalla produzione di beni e servizi di particolare specificità e coerenti con le tradizioni e le vocazio¬ni naturali del territorio. Alla definizione normativa, e per questo si contraddistingue, si aggiunge l’accezione Qualità, un rafforzativo che definisce i servizi o prodotti offerti dal Distretto, differenziandosi dagli altri e facendosi esempio e apripista per una nuova tipologia di sistema distrettuale, quale modello innovativo di governance territoriale.

Quella aggregata dal Distretto Rurale di Qualità è un’area variegata e ricca di peculiarità, è qui che è nato il turismo relazionale, mentre negli ultimi anni, grazie ai percorsi regionali Magna Via Francigena e Itinerarium Rosaliae, è diventata sempre più meta di viaggiatori che la fruiscono a passo lento. Dalla zona montana dell’entroterra palermitano, delineata dal Parco regionale dei Monti Sicani, si passa quella collinare e alle vallate del corso del fiume Platani, all’alta valle del Sosio, alle valli del Gebbia e del Verdura, fino ad arrivare al litorale agrigentino nel territorio di Cattolica Eraclea, Siculiana e Realmonte, località resa ancora più celebre dalla scogliera di marna “Scala dei Turchi”. Allo stesso modo sono diversificate le produzioni alimentari con delle vere e proprie eccellenze: i formaggi che conservano gli aromi e i gusti conferiti al latte dai pascoli naturali (il pecorino siciliano DOP, in particolare quello prodotto a Santo Stefano Quisquina, a Cammarata e a San Giovanni Gemini, la Tuma persa di Castronovo di Sicilia, la ricotta di pecora prodotta in quasi tutti i centri del Distretto, il formaggio di capra giurgintana, presidio Slow Food, prodotto anche a Joppolo Giancaxio), le carni dei Monti Sicani, la frutta (la Pesca a polpa bianca di Bivona IGP, l’olio extravergine d’oliva, il pistacchio della Valle del Platani e di Raffadali, le ciliegie di Chiusa Sclafani, le fragoline e le arance DOP di Ribera), le semole dei grani antichi e i legumi del Feudo Pietranera (lenticchie e ceci neri), le erbe aromatiche e in particolare l’origano, il miele di ape nera sicula – anch’esso presidio Slow Food – ,e non ultimi i vini delle aziende vitivinicole dell’area che va della valle del Platani a Cattolica Eraclea. Un territorio che nell’arco dell’intero anno propone diverse manifestazioni legate alle tradizioni locali: dal Ballo dei diavoli a Prizzi agli Archi di Pasqua a San Biagio Platani, unico esempio di arte popolare collettiva in Sicilia, e ancora, la Festa del Taratatà a Casteltermini o quella di Gesù Nazzareno col suo Carro Trionfale a San Giovanni Gemini.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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