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Il caso

«Il deputato chiede sesso in cambio di lavoro» e Ismaele La Vardera fa il nome del politico

L'ex Iena, oggi lui stesso deputato regionale, ha pubblicato due video su Facebok con testimonianze e interviste. Il diretto interessato annuncia querele

Di Redazione |

Offerta di lavoro e richiesta di sesso. Autore della proposta sarebbe un deputato nazionale e a denunciare l’accaduto è il deputato all’Assemblea regionale siciliana Ismaele La Vardera. L’ex inviato delle Iene, in un video sul suo profilo Facebook, ha prima pubblicato la testimonianza di una ragazza (la cui voce è camuffata per garantirne l’anonimato) che denuncia le avances subite da un altro componente del parlamento siciliano. E successivamente in un altro video ha anche fatto il nome: Calogero Pisano.

Si tratta del deputato eletto alle ultime Politiche con Fratelli d’Italia ma espulso ancor prima delle elezioni per alcuni suoi post – per i quali successivamente si è scusato – inneggianti a Hitler. Pisano – che ad tutti chiamano Lillo – E’ iscritto nel gruppo dei moderati ma di fatto è il leader del partito di Meloni in provincia di Agrigento. Nelle ultime settimane sembrava in procinto di essere reintegrato nel partito dopo alcune foto che lo aveva ritratto alle riunioni di partito..

GUARDA IL VIDEO INTERO PUBBLICATO DA ISMAELE LA VARDERA

«Ci prova con le ragazze, le adesca – dice la donna – Io ti faccio il contratto e allora sono il tuo deputato, tu sei la mia assistente, allora devi venire a letto con me…”.

«Da oltre due anni e mezzo denuncio le malefatte di questo Palazzo, racconto il sistema politico, a volte marcio, proponendo soluzioni – dice La Vardera spiegando le ragioni del video – Molti di voi hanno apprezzato questo ibrido tra giornalista e politico, ma badate bene prima di raccontarvi un fatto farò tutto quello che compete ad un deputato».

Il video prosegue poi con il racconto della ragazza: «Eravamo a casa sua per la stipula del contratto e ha provato a baciarmi, ad abbracciarmi». Un fatto “gravissimo” commenta La Vardera che chiede alla ragazza se si trattasse di un contratto vero e proprio. «Un contratto della durata di undici mesi – risponde lei – ma non ho ricevuto nemmeno un mese di stipendio».

La replica

Sui social, intanto Lillo Pisano reagisce alle accuse lanciate da La Vardera: «Sono allibito ed amareggiato per la violenta ed incomprensibile aggressione ricevuta da parte del deputato regionale Ismaele La Vardera – scrive il deputato su Facebook – il quale, utilizzando le inventate dichiarazioni di due mie ex collaboratrici, ha diffuso una calunnia che sta danneggiando in grave modo la mia immagine oltre che ferire la mia dignità ed infangare la funzione che pro tempore rappresento».

«Se è vero che vi sia stato un contenzioso giuslavorativo con le due signore, peraltro in via di risoluzione già dal mese di febbraio, smentisco invece categoricamente – scrive ancora Pisano – quanto asserito dalle ex collaboratrici rispetto ad “atteggiamenti ed avances” e a presunte richieste di prestazioni sessuali in cambio di un contratto di lavoro. Nulla corrisponde al vero, non comprendo le ragioni di tali invenzioni e intendo portare l’intera vicenda nelle opportune aule giudiziarie, per mettere ognuno davanti alle proprie responsabilità e avere Giustizia. Per questo ho dato mandato ai miei legali per avviare, in ogni sede, i procedimenti a tutela della mia moralità ed onorabilità. Da La Vardera menzogne ripugnanti, ne risponderà in Tribunale».

Esposto del Codacons alla Procura di Palermo

«Dopo la scioccante denuncia rilanciata dagli organi di stampa e rilasciata dal deputato regionale Ismaele La Vardera, riguardante il presunto comportamento di un parlamentare dell’Assemblea Regionale Siciliana che avrebbe offerto posti di lavoro a giovani donne in cambio di prestazioni sessuali, il Codacons e Codacons Donna presentano un esposto alla Procura della Repubblica di Palermo». E’ quanto si legge in una nota. «La vicenda – sottolinea la nota -, se verificata, delineerebbe un quadro gravissimo di sfruttamento e abuso di potere, che coinvolgerebbe ragazze in cerca di occupazione, esposte a pressioni indegne da parte di chi ricopre un incarico pubblico. Un comportamento che, se confermato, risulterebbe non solo inaccettabile dal punto di vista etico e sociale, ma anche lesivo della dignità delle donne e della credibilità delle istituzioni regionali. Ci troviamo di fronte a una denuncia che non può essere ignorata – ha detto l’avvocato Federica Prestidonato, Presidente Codacons Donna – Offrire lavoro in cambio di sesso, approfittando della propria funzione istituzionale, è un atto ignobile e intollerabile. La magistratura deve intervenire con urgenza per accertare la verità e assicurare giustizia alle eventuali vittime».

Nell’esposto presentato, Codacons e Codacons Donna chiedono all’autorità giudiziaria «di avviare ogni opportuna verifica per identificare il soggetto responsabile delle condotte denunciate, accertare la fondatezza delle dichiarazioni emerse dalla stampa e garantire piena tutela, riservatezza e protezione alle giovani donne eventualmente coinvolte. Qualora dovessero emergere responsabilità, l’associazione si costituirà parte civile per difendere i diritti delle vittime e promuovere un’azione esemplare contro ogni forma di abuso e ricatto. Codacons e Codacons Donna invitano tutte le donne che si trovassero in situazioni analoghe, o che volessero denunciare episodi simili, a rivolgersi all’associazione per ricevere assistenza legale e supporto», conclude la nota.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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