Il Comitato #Vogliamolacqua dal presidente Civiltà: Aica, Comune e Ati sott’accusa, chiesto un Consiglio straordinario

Di Redazione / 13 Giugno 2024

Una delegazione del Comitato spontaneo #Vogliamolacqua di Agrigento che ha organizzato la manifestazione dei giorni scorsi che si è concluso sotto il palazzo di città è stata ricevuta dal presidente del Consiglio comunale Giovanni Civiltà. Al presidente è stato consegnato un documento e Civiltà ha assicurato alola delegazione che si attiverà per indire una seduta dell’assemblea cittadina dedicata proprio al terma acqua. Il Comitato ricorda anche di avere già rivolto al sindaco Miccichè alcuni quesiti sulla questione che, però, attendono ancora una risposta.

«In tema di gestione del servizio idrico integrato – che ciascuno vorrebbe improntata a criteri di equità, trasparenza, efficienza e legalità – abbiamo constatato – si legge nel documento consegnato a Giovanni Civiltà – un notevole peggioramento e l’assenza all’orizzonte di un vero processo di razionalizzazione della risorsa idrica. È di gravità inaudita il tentativo di addebitare i gravissimi disservizi subiti dalla popolazione esclusivamente all’attuale siccità e alla conseguente riduzione delle risorse per scopi idropotabili. Questo è un modo inaccettabile di ingannare i cittadini, che oggi intendono contestare con maggiore decisione rispetto al passato tutte le inefficienze dell’attuale sistema di gestione delle risorse idriche».

«L’attuale emergenza delle famiglie agrigentine delle imprese e del settore turistico-ricettivo che operano sul territorio – ed è uno dei temi posti sul tavolo dal Comitato – è un aggravamento di una situazione stabilmente indecente ma non certo una novità né un fatto inatteso. Contrariamente a quanto prevedono norme generali e regolamentazioni locali, non si è ancora pervenuti a un ambito territoriale unico: nella provincia agrigentina ci sono comuni dotati di ingenti risorse idriche che non le mettono a disposizione dell’intera collettività. Siamo certi che tali comuni nel 2024 abbiano i requisiti per poterlo fare? Chi sta vigilando sul ruolo in tal senso dell’Assemblea Territoriale Idrica? Esistono ancora diverse tipologie di utenze e quindi alcuni cittadini sono soggetti a tariffe altissime, mentre diverse decine di migliaia di utenti e famiglie continuano a beneficiare di tariffe forfettarie, cioè possono prendere una quantità illimitata di risorsa pagando una cifra irrisoria. Ciò contraddice il principio di equità tra gli utenti e, tra l’altro, danneggia il gestore pubblico, i comuni soci e l’intera collettività».

C’è poi il tema dei contatori: «È stato largamente disatteso sin dal 2021 il servizio di misura obbligatorio per legge, e quindi la sostituzione o installazione dei contatori sull’intera utenza gestita nonostante la presenza di ingenti finanziamenti comunitari già concessi e mai spesi. Perché? Ancora in tema di equità: alcuni Comuni della provincia “beneficiano” di turnazioni di due o tre giorni e altri oltrepassano i dieci giorni. Idem dicasi tra diversi quartieri della stessa città con turnazioni e pressione di esercizio totalmente differenti che avvantaggiano alcuni a scapito di altri. Chi controlla che l’acqua pervenga ai cittadini in egual misura anche in relazione alla quantità di popolazione residente nei vari quartieri con particolare riferimento ai centri storici? Quali sono i controlli del Comune per verificare la corretta e totale erogazione del bonus idrico da parte di Aica alle famiglie che ne hanno i requisiti? Chi fornisce alle famiglie più disagiate tutte le necessarie informazioni? Le precedenti gestioni del servizio si erano caratterizzate per il forte contrasto all’abusivo prelievo di risorsa idrica, cioè attraverso apposite squadre si individuavano e si sanzionavano quei cittadini che si appropriavano dell’acqua senza pagarla, sottraendola alla collettività. Questo servizio è stato del tutto abolito da Aica, consentendo ad alcuni approfittatori di continuare a disporre senza alcun corrispettivo di un bene pubblico prezioso e limitato. Perché?».

E poi c’è la questione della rete idrica di Agrigento e il finanziamento prima perduto e ora – forse – recuperato: «Nel 2021 e nel 2022 è stato annunciato il finanziamento per la ristrutturazione e l’automazione dell’intera rete idrica della città di Agrigento insieme a tanti altri finanziamenti pubblici che dovevano servire per razionalizzare l’uso della risorsa a beneficio dei cittadini. Il progetto prevedeva che in soli dieci mesi si sarebbe realizzata l’intera rete cittadina che in atto disperde oltre il 58% dell’acqua immessa. Chi ha fatto perdere il finanziamento? Quali atti ha compiuto l’amministrazione per evitare di perdere il finanziamento? Cosa si intende fare per non incorrere negli stessi errori? Rileviamo su tutti i superiori punti le gravi disattenzioni delle amministrazioni pubbliche e dei vertici Aica e Ati, consistenti nel mancato riscontro agli appelli e alle indicazioni di natura tecnica, amministrativa, gestionale e finanziaria provenienti dalla Consulta degli utenti presso Aica, unico soggetto istituzionale che si è contraddistinto in questi anni per aver provato a fare chiarezza sull’intero settore, auspicando serietà, competenza, legalità, efficienza ed equità».

Le richiesto sono state formulate nel documento: «Rileviamo la necessità che l’Amministrazione Comunale, con il sindaco e il Consiglio Comunale in testa, chiariscano in dettaglio e tempestivamente alla collettività amministrata cos’hanno fatto e come intendono impegnarsi rispetto ai gravi disservizi, inefficienze e iniquità rilevate e rilevabili da ciascuno quotidianamente nella gestione del servizio idrico integrato ad Agrigento città e nell’intera provincia. Ed è per questo che riteniamo fortemente opportuna la celebrazione di un Consiglio Comunale straordinario e aperto alla partecipazione di cittadini e associazioni, nel corso del quale poter discutere della questione e, in un contesto di auspicata collaborazione tra tutti gli attori principali, a iniziare da Ati e Aica, poter comprendere quali siano gli intendimenti e gli impegni dei pubblici amministratori per superare il gravissimo disagio della popolazione».

Pubblicato da:
Fabio Russello