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Il caso Lampedusa dura solo 24 ore, Martello: «Alzare la voce giova»

Di Francesco Terracina |

Una situazione fuori controllo, a detta del primo cittadino, ma rientrata nel giro di poche ore: «Dopo il clamore mediatico determinato dalle mie dichiarazioni, la situazione a Lampedusa è tornata alla normalità – ha spiegato Martello ieri nel primo pomeriggio -: sono aumentati i controlli sui migranti e il centro di accoglienza ha ripreso le sue funzioni. Purtroppo a volte nel nostro Paese è necessario “alzare la voce” per ottenere il rispetto dei diritti e delle regole». Regole che aveva invocato ancora ieri mattina in una lettera aperta, rilanciando dopo il fosco quadro dipinto sabato: «Sapevo che pronunciando queste parole avrei creato un “caso”, che mi sarei attirato critiche e apprezzamenti, sguardi d’indignazione e messaggi di incoraggiamento», ultimo in ordine di tempo il sostegno del senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri. «Ma era l’unico modo – ha osservato il sessantenne Martello, con un passato nel Pci – per accendere i riflettori su quello che da alcune settimane sta avvenendo nell’isola», ritenuta luogo d’accoglienza tanto che molte personalità ne hanno caldeggiato la candidatura a Nobel per la pace.

Nel primo pomeriggio di ieri Lampedusa – nelle parole del suo sindaco – sembra tutta un’altra isola rispetto a quella sorta di terra di nessuno dipinta il giorno prima da Martello, che in una nota ringrazia «le forze dell’ordine e le istituzioni per il loro impegno che, ne sono certo, d’ora in avanti resterà costante». Poi afferma che non intende alimentare altre polemiche, «né commentare prese di posizione da parte di chi cerca solo di ritagliarsi piccoli spazi di visibilità: il mio unico interesse è il bene di Lampedusa e dei lampedusani. I veleni e gli insulti non mi intimidiscono e non mi fanno paura», ed è difficile non leggere nelle sue parole una risposta all’ex sindaca di Lampedusa, Giusi Nicolini, che sabato aveva accusato Martello di «fare terrorismo. Basterebbe controllare il numero delle denunce presentate ai carabinieri: a me risulta solo un furto da un negozio di frutta e verdura, inoltre l’isola è piena di turisti».

Il fruttivendolo di cui parla Nicolini, raccontano nell’isola, non ama che i clienti – specie gli squattrinati che arrivano per mare con addosso solo i vestiti – tocchino i prodotti esposti, e qualche giorno fa due ragazzini egiziani sarebbero stati allontanati bruscamente solo per aver messo gli occhi su una cesta di olive da tavola.

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