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I dipendenti della Seus sul piede di guerra

Di Gaetano Ravanà |

Dopo un anno e mezzo di Pandemia, gli autisti soccorritori del 118 e tutti i Dipendenti della SEUS, esasperati, sono costretti a dover sbattere i pugni (cosa che non hanno mai fatto), al fine di ottenere i diritti contrattuali non riconosciuti o parzialmente applicati: una seria ed efficace sorveglianza sanitaria, in quanto esposti al rischio di contagio (non solo da COVID), come tutto il personale sanitario. Idonei centri di sanificazione (mezzi e personale) distribuiti omogeneamente al fine di evitare sanificazioni improvvisate per strada; aggiornamento delle linee guida del “118”, che risalgono al 2010; migliorare e rendere efficacie la comunicazione fra le Centrali Operative, il servizio USCA e le Guardie Mediche, per rendere migliore il servizio di Urgenza/Emergenza e garantire la salute di tutti i cittadini. Applicazione e riconoscimento di vari istituti contrattuali previsti dal Contratto. 

“Stanchi delle belle parole – si legge in una nota stampa – degli applausi e delle onorificenze verbali (eroi, angeli, ecc.), dopo svariati sit-in e incontri, in tutte le sedi aziendali e istituzionali (ARS, Assessorato alla Salute), che hanno prodotto solo, appunto, belle parole, purtroppo ci vediamo costretti a ricorrere al più sacro dei diritti di tutti i lavoratori, lo sciopero”.

Per il 3 giugno è stato proclamato lo sciopero di categoria, indetto dalle Organizzazioni Sindacali COBAS, CONFINTESA, FIALS e FSI-USAE in stretta e fattiva collaborazione con il Movimento Unito dipendenti 118 Sicilia, sciopero a cui (ad oggi) hanno aderito più della metà degli autisti soccorritori e dei dipendenti della Seus.

“Riteniamo giusto e doveroso informare la popolazione – si conclude la nota – che non è mai stata nostra volontà bloccare il servizio di urgenza-emergenza, ma non è rimasta nessun’altra alternativa per farci ascoltare. Pertanto chiediamo scusa anticipatamente a tutta la popolazione siciliana e ai cittadini tutti,per i disservizi che si potrebbero creare il 3 giugno, sempre se continuiamo a non essere ascoltati. Chiediamo alla popolazione solamente comprensione per le nostre rimostranze”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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