C’è l’indicazione, non la nomina. O almeno, non ancora l’accettazione formale della stessa, e dato il contesto in cui tutto è maturato non sembra nemmeno una cosa particolarmente strana. I soci della Girgenti Acque hanno infatti individuato il nome del possibile nuovo presidente della società, che dovrà traghettarla nella fase post-Marco Campione. Si tratta dell’avvocato agrigentino Giancarlo Rosato, amministratore unico della Voltano, società consortile che è oggi l’unica parte “pubblica” all’interno della società di gestione del servizio idrico.
Stando a quanto trapelato già durante i lavori dell’Ati di due giorni fa Rosato sarebbe stato individuato e gli sarebbe stata avanzata la proposta di ricoprire il ruolo (oggi poco comodo) che fu di Marco Campione. Rosato, che al momento non rilascia alcuna dichiarazione formale, pare abbia preso tempo quantomeno per consumare alcuni passaggi istituzionali verosimilmente con Prefettura e commissari prefettizi che attualmente sono i veri e unici soggetti nelle condizioni legali di gestire la società, mentre alle strutture societarie è rimasto solo da rispondere in tema di responsabilità civili.
Tuttavia, anche in questo contesto, vi sarebbe una emergenza vera e tangibile che oggi rischia di travolgere tutto: il rischio che la società vada finanziariamente a “carte 48”, perché sommersa dai debiti e con un servizio di gestione che appare a “scadenza”. Sì perché se è vero che è stata presentata l’impugnativa del provvedimento interdittivo della Prefettura di Agrigento, a pendere sul capo della Girgenti acque c’è sempre la risoluzione del contratto con l’Ati. Il rischio oggi è però che il privato, che ha l’obbligo di continuare a gestire nelle more della nuova forma di gestione o, ancora, del nuovo soggetto individuato, crolli ben prima che questo sia avvenuto.
Intanto l’Ambito territoriale ottimale muove i primi timidi passi rispetto all’individuazione del tanto atteso “piano B”.
Durante l’assemblea di ieri è stato infatti costituito un comitato-tavolo tecnico composto da dieci comuni tra i quali molti ribelli e centri come Licata, che dovranno farsi carico di individuare la forma di gestione futura e dare successivo mandato ai tecnici per predisporre tutti gli atti necessari o per una nuova gara d’appalto, o per la creazione di una società mista pubblico-privato oppure una gestione direttamente in house totalmente a capitale pubblico, come molti auspicano.
In tal senso utile potrebbe essere la pubblicazione da parte dell’Ati di uno studio realizzato nei mesi scorsi sulle fonti di approvvigionamento idrico presenti in provincia.