Innanzi al Tribunale di Agrigento si profila un maxi processo antidroga ruotante su Favara e Canicattì intorno ad un presunto fiorente traffico di sostanze stupefacenti, soprattutto eroina, i cui ovuli sarebbero stati finanche ingoiati per sfuggire ai controlli. La Procura della Repubblica di Agrigento, retta da Salvatore Vella, ha appena depositato la richiesta di rinvio a giudizio a carico di 21 imputati ai quali si contestano numerosi casi di vendita e cessione della droga tra fine 2017 e inizio 2018. Nel corso delle indagini uno dei presunti pusher è stato sorpreso con 165 grammi di eroina già divisa in 10 “ovuli” capaci di produrre circa mille dosi. Gli spacciatori si sarebbero approvvigionati della merce da Palermo tramite due corrieri extracomunitari. Gli imputati saranno setacciati nel filtro preliminare del vaglio del giudice per le udienze preliminari Micaela Raimondo, che deciderà il rinvio a giudizio o il proscioglimento il prossimo 22 febbraio. E sono:
Giuseppina Amato, 37 anni di Canicattì
Angelo Bordieri, 57 anni di Siracusa
Francesco Castronovo, 51 anni di Favara
Emanuele Di Dio, 44 anni di Favara
Lorenzo Di Dio, 31 anni di Favara
Daniela Di Franco, 38 anni di Canicattì
Francis Jisquo, 40 anni, residente a Palermo
Francis Mensah, 32 anni, residente a Palermo
Sonia Garraffo, 32 anni di Canicattì
Carmela Lazarevic, 41 anni di Canicattì
Gianluca Li Calzi, 42 anni di Canicattì
Roberto Li Calzi, 46 anni di Canicattì
Salvatore Magri, 41 anni di Canicattì
Mohamed Musah, 42 anni, residente a Palermo
Domenico Noto, 67 anni di Favara
Giuseppina Noto, 39 anni di Favara
Antonio Parla, 42 anni di Canicattì
Maria Grazia Rita Spallino, 40 anni di Canicattì
Salvatore Stagno, 39 anni di Favara
Gianluca Trabucchi, 41 anni di Siracusa.
E poi la romena Mihaela Nicoleta Dana Chita, 28 anni, residente a Canicattì, attualmente reclusa in carcere perché condannata dalla Corte d’Assise di Agrigento a 23 anni di prigione allorchè la notte tra l’11 e il 12 luglio del 2020 avrebbe ucciso il pensionato di Palma di Montechiaro, Michelangelo Marchese, 89 anni, del quale è stata badante, e che è stato strangolato, con altri complici non ancora identificati, per rubargli pochi spiccioli e un’automobile utilitaria.