Cattolica Eraclea. Andrew “Andrea” Scoppa era un uomo segnato: doveva morire. Esattamente come accaduto al fratello Salvatore, puntualmente assassinato lungo le vie di una Montreal oggi sempre più a trazione mafiosa. Per gli investigatori del Canada, Scoppa rappresentava l’ultimo vero ostacolo che impediva il ritorno al potere di Cosa Nostra siciliana, rappresentata dal clan Rizzuto di Cattolica Eraclea, assurto per un trentennio, sino ai primi anni Duemila, al ruolo di sesta famiglia della mafia di New York, seduta al tavolo delle grandi decisioni con i capi delle famiglie Gambino, Lucchese, Colombo, Genovese e Bonanno.
L’ultimo decennio ha visto l’indebolimento e il declino del gruppo mafioso dei Rizzuto, decimato dagli arresti e dagli omicidi.
Già, gli omicidi: tra le due uccisioni dei fratelli Scoppa si collocano i delitti eccellenti del patriarca, Nicola “Nick” Rizzuto, dell’omonimo nipote, Nicola, figlio di Vito; Paolo Renda, cognato del padrino Nicola Rizzuto senior, vittima di lupara bianca; Agostino Cuntrera, legato al famoso clan dei Caruana e Cuntrera; Rocco Sollecito, vero e proprio alter ego di Vito Rizzuto (per questo omicidio venne sospettato di esserne l’autore Salvatore Scoppa e per questo ucciso).
Gli Scoppa erano cresciuti (criminalmente) facendo i sottoposti proprio ai Rizzuto. Poi la decisione di aggredirli dal di dentro.
Scoppa come descrive bene un’inchiesta giornalistica condotta da Félix Séguin per Journal de Montreal, aveva assunto un ruolo di leadership tra le diverse famiglie dando spazio ad un nucleo di dissidenti che avevano originato una faida iniziata dalla fine degli anni Ottanta con capi e sottocapi, “soldati” e mediatori fatti fuori in Canada, in Italia e in Messico. Scontro feroce che ha coinvolto mafiosi “siciliani”, elementi della ’ndrangheta e figure di Cosa Nostra statunitense. In ballo traffici, attività legali, investimenti e potere locale con diramazioni internazionali.
Oggi lo scettro del comando – secondo le notizie che arrivano da Montreal – lo detiene il tandem formato da Leonardo Rizzuto e Stefano Sollecito. Figlio di Vito il primo, divenuto padrino; figlio di Rocco Sollecito il secondo, che di Nicola e Vito Rizzuto era l’ombra.
Oggi, dopo l’omicidio di Andrea Scoppa, plateale e particolarmente efferato, e azzerata a colpi di pistola la lunga schiera di aspiranti boss rivali, sarebbe Leonardo Rizzuto il capo dei capi. Abile anche a tessere e recuperare relazioni con gli Hells Angels e i loro ex nemici calabresi.
Leonardo Rizzuto, la scorsa estate, è tornato Cattolica Eraclea insieme alla moglie e i figli ed insieme alla sorella Libertina, al marito Benny Sciortino e loro figli per trascorrere un breve periodo di vacanza e destando parecchie curiosità non solo quelle inevitabili dei residenti. Hanno alloggiato in un b&b del centro storico di Cattolica Eraclea per poi trascorrere un altro breve periodo di vacanza anche al Verdura Resort di Sciacca.
Che storia ha alle spalle la famiglia Rizzuto. Il boss capostipite, Vito Rizzuto, nacque e crebbe in Sicilia, a Cattolica Eraclea. Fu il primo della famiglia a spostarsi nel nuovo continente nel 1922, insieme a 5 amici (Calogero Renda, Mercurio Campisi, Francesco Giula, Giuseppe Sciortino, Vincenzo Marino), e dopo solo 8 mesi dal suo arrivo rocambolesco in America riuscì ad ottenere la cittadinanza americana. Impegnato fin da subito in affari malavitosi, venne ucciso quando aveva 32 anni. Nel febbraio 1954, Nicolò Rizzuto, figlio di Vito, arrivò in Canada, A differenza di suo padre, Nicolò arrivò nella terra dei laghi con la sua famiglia e subito si diresse nella grande città di Montreal con l’appoggio di un suo caro amico, Giuseppe Cuffaro, stabilitosi nella città canadese, un anno prima ed esperto in riciclaggio di denaro.
Per ben 2 decenni l’eroina arricchì i boss siciliani e americani, garantendosi il monopolio sul traffico. In questa attività spiccarono i boss Caruana e Cuntrera, guarda caso anch’essi provenienti dalla provincia di Agrigento, Siculiana, distante solo 16 chilometri da Cattolica Eraclea; Vito sposò nel 1966 Giovanna Cammalleri, originaria di Cattolica Eraclea, ma trasferita con la famiglia in Canada, a Toronto. Al matrimonio parteciparono i boss più influenti. Nick Rizzuto ebbe l’opportunità di costruire un avamposto della famiglia in Venezuela, dove si trasferì nel 1973 e dove poté usufruire dell’appoggio dei Caruana Cuntrera, e in quel territorio fu a capo dei principali business.
La saga del clan Rizzuto è stata raccontata in Canada dalla serie tv “Bad Blood”, adesso anche in italiano su Netflix: è la storia romanzata del capo dei capi della mafia italo-canadese Vito Rizzuto, un tempo a capo di una holding internazionale del crimine ramificata in mezzo mondo, capace di infiltrarsi in Italia, secondo la Dia, nella prima gara per il ponte sullo Stretto di Messina e di riciclare 600 milioni di dollari attraverso la “Made in Italy Spa” con sede di fronte a Palazzo Chigi.
Vito Rizzuto, nato nel 1946 a Cattolica Eraclea, è morto il 23 dicembre 2013 a Montreal per cause naturali dopo quasi otto anni di carcere durante i quali i rivali gli avevano ucciso il figlio Nick Jr e il padre Nick. Roba da farci una serie tv, appunto. Oltre che le dovute e delicate inchieste.