Questa mattina, nella sala Giunta di Palazzo dei Giganti, si è avviato il confronto, propedeutico alla revisione del Piano particolareggiato del centro storico, alla presenza del sindaco Firetto, dell’assessore comunale al Centro storico Nino Amato e dei tecnici comunali, degli Ordini professionali degli Architetti e degli Ingegneri, del dipartimento di Architettura dell’Università di Palermo e della Soprintendenza di Agrigento.
“Siamo ben lieti che il sindaco Firetto, nell’intraprendere delle iniziative per il centro storico, abbia convocato un tavolo di professionisti per mettere a confronto idee e proposte ma, come per il Piano regolatore generale, anche per quanto riguarda il centro storico occorre avere un’ampia visione della città e degli strumenti che consentano di affrontare il tema sotto ogni prospettiva, poiché non si può parlare di centro storico se non come parte integrante del parco archeologico della Valle dei Templi e della zona fronte mare – afferma Alfonso Cimino, presidente dell’Ordine degli architetti di Agrigento – Che ben venga l’aiuto dei privati con il protagonismo civico ma da indirizzare all’interno di in piano di riqualificazione urbano e non di certo come singole idee spesso non collegate con un piano di arredo, o di decoro generale, che questa città deve, invece, avere. Occorre dare voce ai liberi professionisti e affidare i progetti all’esterno, attraverso anche i concorsi di progettazione che mettano in risalto la qualità del progetto delle nuove generazioni o di chi, negli ultimi anni, non ha avuto la possibilità di lavorare ma che professionalmente, in assenza dei requisiti, possa accedere alle progettazioni. Questo perché siamo fermamente convinti che ad Agrigento ci siano degli ottimi architetti che possono apportare il loro contributo professionale al rilancio socioeconomico e culturale di questa città. L’aver attivato le procedure di iscrizione di Agrigento alla Carta internazionale di Barcellona delle Città Educative, inoltre, può mettere in atto ulteriori sollecitazioni di strategie di politica urbana. Infine, ma non certo per ordine di importanza, riteniamo che l’ufficio Beni Ecclesiastici dell’Arcidiocesi, profondo conoscitore del centro storico agrigentino e motore pulsante dello stesso, faccia parte di questo tavolo di confronto”.