Agrigento – La Procura di Agrigento ha chiesto il rinvio a giudizio per violazione della legge sul pubblico impiego, a carico di due Ispettori del lavoro, che avrebbero dovuto controllare eventuali abusi commessi da altri sul posto di lavoro e, invece, sono finiti sotto accusa per assenteismo. Più precisamente, a due ispettori del lavoro, viene contestato di essersi scambiati il badge di ingresso. In questo modo uno avrebbe favorito l’altro.
La richiesta è stata avanzata dal pubblico ministero Carlo Cinque, che ha raccolto un’indagine molto più vasta che comprendeva altri indagati, e ipotesi di reato ben più gravi, nel corso dell’udienza preliminare, in corso di svolgimento davanti al Gup del Tribunale di Agrigento, Alessandra Vella.
Chiesto l’approfondimento dibattimentale per Giacomo Bacino, 67 anni, di Burgio ma residente a Realmonte, e Salvatore Curto, 59 anni, di Racalmuto, ma residente ad Agrigento. Nel corso dell’udienza di ieri i legali difensori dei due indagati, gli avvocati Daniela Posante per Curto e Francesco Mangione per Bacino, hanno sollevato una eccezione, chiedendo l’inutilizzabilità delle intercettazioni, in quanto acquisite da un altro procedimento.
Il Gup si è riservato di decidere, e lo farà nella prossima udienza, fissata per il 7 giugno. Solo allora e alla decisione del giudice, è legata la scelta dei difensori su eventuali riti alternativi. Curto, sostiene il pubblico ministero, avrebbe usato il badge del collega Bacino per favorirlo, attestando al suo posto l’arrivo in ufficio.
La differenza con l’ingresso reale sarebbe stata di circa un’ora. Inizialmente dopo le indagini dei carabinieri, la Procura di Agrigento ipotizzava i reati di associazione a delinquere, truffa aggravata e concussione. Il blitz scattò anni fa, quando i militari dell’Arma bloccarono ogni accesso dello stabile, dove si trovano gli uffici dell’Ispettorato del Lavoro, nel quartiere del Villaggio Mosè. Allora aveva destato grande scalpore. Da li a poco le utenze telefoniche di alcuni ispettori del lavoro sono state messe sotto controllo, e sarebbe uscito fuori un quadro particolarmente interessante, con alcuni ispettori, che approfittando del proprio ruolo di controllori, avrebbero ottenuto vantaggi personali. Ma dopo un po’ l’inchiesta si è quasi “sgonfiata”, fino all’archiviazione quasi integrale, ad eccezione degli episodi di assenteismo.