Allarme socio economico in provincia di Agrigento. Acquisto: “Si prospettano mesi difficili”

Di Gaetano Ravanà / 15 Luglio 2020

“Preoccupato per la pesante crisi socio economica della provincia agrigentina che già prima del Covid-19 era agli ultimi posti per la qualità della vita in Italia”. 

A parlare è il segretario provinciale della Uil agrigentina, Gero Acquisto. 

“I dati in nostro possesso sono neri, le famiglie povere sono in costante aumento – continua Acquisto – con la fine degli ammortizzatori sociali, la situazione è destinata ad aggravarsi e nel mese di settembre si rischiano le rivolte sociali. D’altronde, anche il Ministro Lamorgese ha paventato questo pericolo. Ecco perché, malgrado la stagione estiva, i governi, nazionale ed anche quello regionale devono trovare delle soluzioni che possano tranquillizzare le famiglie. Noi come sindacato siamo pronti ad ascoltare, a dare il massimo appoggio, ma bisogna trovare delle cure immediate. Qui il rischio è che molte aziende ed esercizi commerciali chiudano i battenti, con la conseguenza perdita di numerosi posti di lavoro. Nell’agrigentino che già vive il dramma della mancanza di occupazione, sarebbe il colpo di grazia. Purtroppo, il Coronavirus ha di fatto distrutto la stagione estiva, senza i turisti la nostra economia va sempre più a rotoli. I primi dati di presenze di visitatori sono così esigui che c’è poco da essere ottimisti. Il calo di presenze si traduce in calo occupazionale, molti stagionali del turismo non lavoreranno. Ci auguriamo che possa partire subito l’iniziativa della Regione Siciliana di regalare una notte su tre o due notti su sei ai turisti che vorranno scegliere di venire in Sicilia. Sarebbe una spinta importante in vistadel mese di agosto ma anche di settembre. Questo 2020 doveva essere l’anno della consacrazione turistica per via dei 2600 anni di Agrigento, il Covid-19 è arrivato per distruggere tutto. Adesso, però, servono delle risposte immediate per evitare lo sfascio di tante famiglie, per evitare che altri giovani lascino questa terra. Non possiamo rimanere inermi nel vedere questo stato di cose”. 

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