Al primo piano del palazzo in piazza Gallo che oggi ospita gli uffici del Comune, dove fino ai primi anni 2000 c’era il Tribunale, sono impiegati i dipendenti del servizio Stato Civile. In particolare gli addetti agli atti di morte.
Costoro utilizzano la stanza nella quale negli anni ‘80 lavorava il giudice Rosario Livatino. Primo piano, a destra, terza porta lungo il corridoio. Una bella porta con imbottitura scura, tagliata da qualche mentecatto e che il Comune non ha ancora riparato dopo molti anni. In questo luogo divenuto ormai alla portata di tutti i cittadini che si recano in Municipio, il magistrato assassinato dalla mafia chissà quanti processi ha istruito, quante vicende ha sviscerato, prima di quella drammatica mattina del settembre 1990. Una stanza diversa da tutte le altre dunque, dove aleggia qualcosa di speciale.
Il sindaco Calogero Firetto, sempre attento a valorizzare quanto possa assurgere a simbolo positivo per la città che amministra ha deciso che quella stanza non debba rimanere così, «banalmente» utilizzata per compiti di ufficio.
La terza stanza a destra, al primo piano dell’ex palazzo di giustizia dovrà diventare la «stanza della memoria» del giudice Rosario Livatino. La «macchina» è stata avviata nei giorni scorsi e ieri mattina ha vissuto un primo passaggio burocratico-diplomatico. Il sindaco Firetto infatti si è recato dal presidente del Tribunale Falcone, per illustrargli questo straordinario progetto. Da quel poco che trapela, l’intendimento sarebbe quello di ricreare nella stanza in questione una sorta di piccolo museo, cercando di ricreare l’ambiente in cui Livatino lavorava.
Da quella stanza sono passati decine e decine di altri magistrati, transitati dal Tribunale di Agrigento, prima che venisse aperto il nuovo palazzo di giustizia in via Mazzini. Loro si che sapevano di lavorare nella stessa stanza del martire di giustizia. In questa maniera, gli uffici comunali di piazza Gallo accoglierebbero un luogo di straordinario valore simbolico.
Dalle scarne indiscrezioni che filtrano da palazzo dei Giganti, sarebbe intendimento dell’amministrazione invitare tutti i giudici o gli uomini di giustizia in generale che in questi 27 anni senza Livatino possano ricordare quanto lavoro svolsero in quella stanza al primo piano di piazza Gallo. La strada è stata tracciata, il sindaco ci sta lavorando e c’è da credere che l’obiettivo sarà centrato.