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Agrigento, torna il sospetto dei riti satanici alla Rupe Atenea

Di Antonino Ravanà |

AGRIGENTO – Una tunica nera, con cappuccio, è stata rinvenuta all’esterno di un casolare fatiscente, nella zona della Rupe Atenea. Il misterioso e inquietante ritrovamento è avvenuto a poche decine di metri dal terreno, dove sono collocate antenne e ripetitori. Parlare di setta satanica e di messe nere potrebbe sembrare eccessivo, ma il ritrovamento della tunica, simile a quelle utilizzate per celebrare tali pratiche esoteriche, in questa zona rafforza le voci che già esistono. Da un primo esame sembrerebbe quasi nuova, e chi l’ha lasciata (o dimenticata) in quel posto, l’ha fatto negli ultimi giorni. Piegata e pulita, ma senza la marca, forse strappato. E’ stata recuperata dalla polizia Scientifica e trasferita in laboratorio, dove sarà analizzata. C’è una parte della zona della Rupe al limite tra sacro e profano? E’ presto per dirlo. Le indagini serviranno a capire e fornire le giuste risposte. Nel corso del sopralluogo nell’area, non sono stati trovati altri materiali in grado di confermare i sospetti. Perché al momento di questo si tratta. E chissà per quale motivo l’hanno portato fin sopra la collina. L’unica certezza al momento è rappresentata dal rinvenimento della tunica, lasciata tra alberi, cumuli di macerie e rifiuti di ogni genere, all’interno del perimetro di un casolare, abbandonato da molti anni. Poi c’è un’altra certezza, ma in questo caso, storica. La tunica, infatti, rappresenta uno dei segni chiaramente portati ad un rito satanico: messa nera o spiritismo. I maschi la indossano, preferibilmente con cappuccio, per coprirsi completamente il volto in modo da garantire l’anonimato, specialmente nei confronti degli altri adepti. E devono essere indossate prima del rituale e per tutta la cerimonia.

Nei mesi scorsi a poche centinaia di metri, si ipotizzò l’ombra delle messe nere vicino alla Valle dei Templi.

In quell’occasione in un’area poco distante dal perimetro del Parco, nei pressi del Santuario Rupestre, non lontano dal cimitero di Bonamorone, vennero trovate carcasse di animali bruciati (zampe di gallina e code di animali da pelliccia non meglio identificati), pietre sistemate a forma di croce, ed altri particolari, che sin da subito hanno fatto supporre a qualcosa di macabro.

Il tutto, nelle immediate vicinanze del tempio e a qualche metro dal sentiero, che si trova proprio nelle adiacenze degli scavi archeologici. Ora il ritrovamento della tunica alla Rupe Atenea, e a questo punto, sembra che ci siano tutti gli elementi necessari per potere parlare di luoghi, dove avvengono probabilmente riti satanici.

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