AGRIGENTO – Il decreto di approvazione del Piano regolatore generale di Agrigento nella sua “versione” del 2009 è “illegittimo” e , quindi, il documento urbanistico deve essere considerato non valido “erga omnes”, ovvero universalmente.
Il Consiglio di giustizia amministrativa per la Sicilia interviene nuovamente sul Prg di Agrigento e, questa volta, sembra farlo in modo davvero definitivo. Tutto parte da tre distinti ricorsi da parte di cittadini che contestavano alcune prescrizioni previste dal Piano del 2004/2005 e successivamente eliminate nel piano del 2009, che i giudici amministrativi ritengono improcedibile per carenza d’interesse. Questo perché, come noto, la Presidenza della regione con il decreto 1179 del 14 giugno 2012, accogliendo il ricorso che era stato proposto dal Comune di Agrigento (che tentava di rivedere i volumi di costruzione per alcune specifiche aree, in primis le famigerate C4) aveva ritenuto “il decreto di approvazione del piano regolatore comunale di Agrigento…illegittimo, in quanto ‘intervenuto tardivamente rispetto ai termini normativi’”.
Ovvero, la Regione ha approvato il piano in ritardo rispetto ai termini che la legge gli avrebbe imposto e quindi l’intero documento, in questa sua versione (contenente alcune modifiche apportate dal Consiglio regionale per l’Urbanistica), stando oggi al Cga va ritenuto definitivamente – e complessivamente – cassato .
Tre semplici righe che stravolgono tutta l’impostazione urbanistica fin qui seguita dal Comune, che, sebbene relativamente poco “logica” è stata in realtà confortata da pronunciamenti del Tar, dall’Assessorato regionale al Territorio e Ambiente e dallo stesso Giudizio di Ottemperanza richiesto dall’Amministrazione Zambuto. La linea è sempre stata la medesima, almeno da un certo anno in poi: il ricorso è stato accolto parzialmente, e che quindi andavano ritenute “scadute” solo alcune prescrizioni.
Cosa succederà adesso è difficile capirlo: è probabile che gli uffici continueranno a portare avanti la medesima tesi, continuando quindi anche ad applicare una massima ormai popolare in piazza Gallo, sede dell’Utc: “c’è un Prg per ogni piano”, e, aggiungiamo noi, per ogni tribunale. Ciò che stranizza, e in realtà nemmeno molto, è che era stato lo stesso Comune, visti decorrere i tempi previsti per l’approvazione da parte della Regione, ad adottare il Piano per decorrenza dei termini, con un atto che è ancora pubblicato sul sito on line del Municipio. Un percorso che si era poi interrotto per volere politico e rispetto al quale, oggi, Palazzo San Domenico potrà fare retromarcia con estrema difficoltà. Ancora adesso, infatti, le concessioni edilizie si continuano a concedere o negare in forza del Piano nella sua “versione” del 2012, nonostante più volte in Consiglio comunale negli anni passati si sia discussa della necessità di sospendere tutto in attesa di chiarezza. Questa è la parola “fine”? Crediamo proprio di no.