Lavoro
Agrigento, oltre 400 precari a rischio: 3 sindaci dal prefetto
Un’emergenza da affrontare nell’immediatezza, dato che il 31 dicembre i Comuni non potranno più rinnovare i contratti
I sindaci di Casteltermini, Gioacchino Nicastro, Favara, Antonio Palumbo e Porto Empedocle, Calogero Martello, hanno incontrato il prefetto di Agrigento, Filippo Romano, per esporre la situazione dei lavoratori a tempo determinato che prestano servizio nei rispettivi enti. Attualmente, visto l’inapplicabilità delle normative esistenti ai Comuni in questione, è stata delineata al rappresentante del Governo la necessità di attuare un intervento normativo centrale che possa consentire anche ai Municipi che non hanno approvato i bilanci di procedere con la stabilizzazione del personale “precario”. Un’emergenza da affrontare nell’immediatezza, dato che il 31 dicembre 2023 i Comuni non potranno più rinnovare i contratti ai suddetti lavoratori, persone solerti e volenterose che da anni attendono di uscire dall’impasse del precariato e sulle cui spalle grava il funzionamento quotidiano di servizi pubblici essenziali.
“Da mesi ormai – spiegano i tre sindaci – stiamo affrontando questa situazione, interloquendo con la politica ad ogni livello per cercare di risolvere una problematica che ancora oggi in Sicilia vede 900 lavoratori – di cui la metà solo nella provincia di Agrigento – in attesa della stabilizzazione. Le strade da percorrere sono due, o che la Regione conceda una deroga che ci permetta di prorogare ancora i contratti in essere nelle more della stabilizzazione o, ancor meglio, che il Governo provveda a modificare gli attuali vincoli normativi che bloccano le assunzioni o le stabilizzazioni in caso di mancata approvazione degli strumenti finanziari, che spesso non si riescono ad ultimare per carenza di personale o per le complesse situazioni amministrative ereditate dal passato. Accogliamo positivamente l’impegno da parte del prefetto Romano a rappresentare questa situazione ai Governi regionale e nazionale, tenendo conto soprattutto del concreto rischio per l’ordine pubblico: dal 1° gennaio, infatti, in tutta l’Isola, 900 famiglie potrebbero ritrovarsi senza lavoro e tale situazione ricadrebbe sull’attività di diversi Comuni che si ritroverebbero ad avere interi servizi scoperti”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA