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Agrigento, Maurizio Pace confermato alla presidenza dell’Ordine dei farmacisti

Lo abbiamo intervistato per approfondire alcune tematiche sull'evoluzione del ruolo del farmacista, sul valore della farmacia dei servizi e per sottolineare criticità o sfide che il farmacista ha dovuto e deve affrontare

Di Luigi Mula |

Ai vertici dell’Ordine dei Farmacisti di Agrigento dal 22 novembre 1993, è riuscito con grande professionalità ad affrontare momenti più significativi e complessi che in questi ultimi decenni la categoria si è trovata ad affrontare. Stiamo parlando di Maurizio Pace: 63 anni, sposato, padre di tre figli, dalla laurea con lode nel 1983, il noto farmacista saccense ha scalato i vari gradini dell’Ordine professionale agrigentino, passando da segretario (1990) a presidente (1993), fino a entrare, nel 2000, nel Comitato Centrale FOFI, per divenire poi, dal 2006 a oggi, segretario nazionale della Federazione degli Ordini. Carriera che si è arricchita nel tempo di altre responsabilità politiche, professionali e sociali che lo hanno reso partecipe delle vicende della categoria, rendendolo una vera e propria “memoria storica”.Nei giorni scorsi, tra l’altro, è stato rinnovato il Consiglio direttivo dell’Ordine dei Farmacisti e del Collegio dei Revisori dei Conti di Agrigento che ha, appunto, confermato Maurizio Pace alla presidenza.Lo abbiamo intervistato con l’obiettivo di approfondire insieme a lui, alcune tematiche sull’evoluzione del ruolo del farmacista, sul valore della farmacia dei servizi e, infine, per sottolineare eventuali criticità o sfide che il farmacista ha dovuto e deve affrontare oggi alla luce del ruolo sempre più strategico che allo stesso è riconosciuto all’interno del Servizio sanitario. Partendo dal rinnovo del Consiglio.

Dott. Pace, spieghiamo ai nostri lettori quali sono le competenze del Consiglio dell’Ordine…

“Il Consiglio direttivo è rappresentato da tutta la componente dei farmacisti , non solo dai professionisti che operano all’interno delle farmacie. Mi riferisco, per esempio, a chi opera nelle farmacie degli ospedali, agli informatori medico scientifici, a coloro che operano nelle parafarmacie, ai collaboratori delle farmacie. Insomma, un mondo variegato. L’Ordine è un Ente di diritto pubblico, ausiliario delle Stato , con la funzione di tutela dei cittadini. Le missioni fondamentali sono due: la formazione e la deontologia; l’Ordine, cioè, giudica coloro i quali commettono dei reati di natura deontologica. Per quelli di natura penale noi abbiamo il dovere di aprire un procedimento disciplinare ed aspettare la conclusione delle indagini da parte della Procura”.

Parliamo delle problematiche che hanno investito la categoria in questi ultimi anni…

“Negli ultimi anni la categoria si stava indirizzando verso un binario morto, ovvero dispensare soltanto farmaci. Ho avuto l’onore di fare parte del Consiglio Nazionale e del parlamentino interno del Comitato Centrale e, insieme alle 4 cariche del Governo, siamo riusciti a trovare il bandolo della matassa. Confrontandoci con gli altri Paesi europei, abbiamo compreso che il futuro della professione era quello di svolgere un servizio sul territorio. Tutti i farmaci ad alto costo sono passati in distribuzione diretta o in DPC ( Distribuzione Per Conto, ndr), farmaci che noi distribuiamo in farmacia , ma che riportano il bollino rosso di confezione ospedaliera. Lo Stato si era reso conto che nel momento in cui questi farmaci ad alto costo venivano dispensati soltanto in ambito ospedaliero, si era persa la capillarità del servizio. Gli ospedali, infatti, della nostra provincia sono solo ad Agrigento, Licata, Canicattì, Ribera e Sciacca. Il resto dei Comuni della provincia era sprovvisto di un servizio”.

Come si è evoluta oggi la farmacia, soprattutto dopo la Pandemia?

“Siamo riusciti a mettere immediatamente in moto la farmacia dei servizi, perché avevamo già costruito il contenitore che era la Legge del 2009. Come è noto, la c.d. “Farmacia dei servizi” rappresenta una evoluzione dell’attività delle farmacie nell’ambito delle cure primarie; essa ha la finalità di ampliare i servizi territoriali espletati dalle farmacie, sia per favorire la deospedalizzazione della sanità, sia per ampliare il ruolo che le farmacie devono assolvere nell’ambito del Servizio sanitario. Le prestazioni sanitarie erogabili dalle farmacie in tale ambito hanno subito una improvvisa e sostanziale accelerazione con la pandemia Covid-19, durante la quale le farmacie hanno operato come fondamentale presidio sanitario sul territorio per la fornitura di servizi sanitari essenziali per la diagnosi del Covid-19 e la sua prevenzione. Grazie alle vaccinazioni, alla possibilità di effettuare i tamponi e stampare il green pass, abbiamo rimesso in moto l’economia del Paese. Mi permetto di affermare che se non ci fossero state le farmacie, questo Paese non sarebbe più ripartito. Abbiamo somministrato milioni di fiale di vaccino e da quest’anno dovremmo partire anche con la somministrazione del vaccino antinfluenzale. La buona politica ha capito che le farmacie sono un sistema insostituibile per il territorio”.

Quali criticità devono affrontare invece le farmacie?

“Ad oggi le criticità sono dettate dagli spazi all’interno delle farmacie. La nuova “farmacia dei servizi’ dovrebbe ricoprire un ruolo diverso, come un vero e proprio presidio del Servizio sanitario. Per concretizzare questo progetto, però, servono più spazi. Sottolineo che noi non vogliamo sostituirci a nessuno, vogliamo continuare a fare i farmacisti, dando un grosso contributo a ridurre le liste d’attesa e , per quello che è possibile, ad evitare di ingolfare la grande operosità dei medici nel pronto soccorso, medici che sono in prima linea e rischiano a volte anche la vita. Noi vogliamo aiutare il sistema a funzionare meglio. Per rispondere alla sua domanda, stiamo cercando di risolvere il problema degli spazi. Non possiamo creare farmacie di serie A e farmacie di serie B”.

Vuole farci qualche esempio?

“La nostra formazione è certificata dall’istituto Superiore della Sanità. Le farmacie grandi non hanno problemi e possono svolgere servizi con macchinari certificati. I servizi previsti sono molti; applichiamo, per esempio, gli elettrodi per quanto riguarda l’holter cardiaco e l’holter pressorio, trasmettendo poi i file direttamente ai centri di cardiologia delle Università. Esami che vengono refertati immediatamente, in modo tale che un paziente può recarsi in palestra o in ospedale per sottoporsi ad ulteriori esami”.

Parliamo invece delle sfide…

“Le sfide non finiscono mai. Quando mi sono laureato nel 1983 non avrei mai immaginato che avrei dovuto affrontare una rivoluzione copernicana e ritrovarmi ad affrontare una pandemia. Noi dobbiamo essere pronti a tutto. Per essere pronti a tutto dobbiamo essere soprattutto preparati. Oggi andiamo incontro all’intelligenza artificiale che dobbiamo cercare di rendere funzionale al sistema e al rapporto umano, quel rapporto, cioè, che non faccia mai mancare una parola di conforto al paziente. Noi non temiamo questo tipo di confronto, ma dobbiamo essere preparati e pronti per le nuove sfide, cercando di smontare spesso le tesi di dottor Google al quale oggi i cittadini spesso si rivolgono (sorride). Molti infatti entrano in farmacia con le risposte già pronte. E queste vanno smontate. Noi vogliamo svolgere il nostro servizio con umiltà con tanta pazienza e amore. Vogliamo avere la capacità di essere innovativi e pronti ai cambiamenti”.

Mi piace chiudere con una domanda diretta. Chi è Maurizio Pace?

“ Sono un uomo che ha cercato di fare sempre il proprio dovere con grande amore, dedizione e con tanta voglia di crescere, continuando ad imparare giorno dopo giorno; cercando, poi, di trasmettere le mie conoscenze ai miei colleghi agrigentini. Per tutto questo credo di dover ringraziare tutta la categoria, ma soprattutto mia moglie, che è stata anche compagna ed amica, che mi ha permesso di poter coltivare questa mia passione per la professione. É stata a mio fianco, ha curato l’azienda e la famiglia e di questo le sarò sempre grato. Prima di lei lo aveva fatto mio padre che mi è stato sempre vicino, finché è stato su questa terra. Mio padre, mia moglie e mia madre mi hanno aiutato e supportato. Ritengo di essere stato nella mia vita un uomo molto fortunato. Alla base di tutto ci deve essere la serenità e la voglia di mettersi sempre in discussione; i problemi vanno affrontati con umiltà, pacatezza e rispetto per gli altri. Altrimenti non avrei potuto affrontare le difficoltà di servire la categoria e il cittadino per tutti questi anni”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA