Sta diventando un caso l’episodio rilanciato ieri sui social – ma ci sono anche foto e di video che lasicilia.it ha potuto vedere – dell’autobotte Aica, senza contrassegni, che ha rifornito il pontile del porticciolo di San Leone che sarebbe gestito da una società legata al presidente della stessa Aica Settimio Cantone. Una vicenda che secondo alcune indiscrezioni non è passata inosservata nemmeno negli uffici della Questura di Agrigento che presto potrebbe anche decidere di sentire come persone informate sui fatti alcune persone.
I fatti sono questi: domenica mattina diverse persone hanno visto con stupore un’autobotte rifornire il porticciolo turistico di San Leone. Circostanza che ha fatto discutere perché ad Agrigento le autobotti prima si prenotano – con un sistema che funziona male e che ha aggiunto disagi ai disagi – e successivamente Aica effettua il servizio sostitutivo in base alla priorità legata ad esempio all’età degli utenti, alla presenza di disabili e così via. Invece al porticciolo l’autobotte è arrivata subito – o quasi subito – pare con la giustificazione secondo cui la scarsa pressione nella rete del porto non avrebbe consentito il suo normale rifornimento come invece avvenuto per tutte le altre utenze.
C’è chi parla di infuocate mail interne dove si tende a scaricare la responsabilità di quanto accaduto su altre persone quando il caso è esploso. Il tentativo di avere una versione di Aica – in assenza di ufficio stampa – è andato a vuoto perché il cellulare di Claudio Guarneri, direttore generale di Aica, risultava spento.
Cantone invece ad Agrigentonotizie.it ha detto: «E’ una cosa normalissima, sulla rete del lungomare è attaccato anche un albergo e quindi spesso, la pressione dell’acqua non è sufficiente per farla arrivare ai pontili che sono considerate delle strutture turistiche. In questo periodo arrivano barche con persone che provengono da tutto il mondo e dobbiamo trattarli per come meritano tutte le strutture turistiche. Sostanzialmente è accaduto che quando le cisterne dell’hotel sono piene si crea una bassa pressione nella rete e negli ultimi pontili del porticciolo l’acqua non arriva e per come facciamo per gli altri casi di disservizio, interveniamo con l’autobotte sostitutiva che viene regolarmente pagata dagli utenti. Ieri stesso abbiamo rifornito anche due ristoranti di San Leone, non possiamo servire i ristoratori e lasciare a secco il porto».
Una vicenda che è diventata anche un caso politico. Per Legambiente Agrigento «sarebbe molto grave ed inaudito, se confermato – ha detto Daniele Gucciardo – che il fatto che il soggetto imprenditoriale che gestisce il pontile sia direttamente riconducibile al presidente di AICA Cantone, come si è appreso durante la stessa giornata dai social network. Ma non è neppure questo il punto principale: com’è possibile che un’autobotte di proprietà di AICA, con personale di AICA, si presti a rifornire le riserve idriche di un pontile galleggiante per diportisti? Un utilizzo del genere, se confermato, equivale a disprezzare il grave stato di bisogno di tantissimi agrigentini, in particolare quelli che stanno ricevendo, ormai da mesi, insufficienti quantità di risorsa».
«Chiediamo che sia fatta subito chiarezza sull’accaduto – ha aggiunto Gucciardo – , che AICA illustri per filo e per segno come mai alcune migliaia di agrigentini, evidentemente meno fortunati dei diportisti di San Leone, non ricevono acqua per settimane, con turni diradati e quantità di acqua irrisorie, mentre i propri dipendenti vengono inviati, la domenica mattina, a rifornire gratuitamente i pontili galleggianti di San Leone».
Anche la Consulta delle Associazioni di Aica ha chiesto chiarezza: «Esortiamo a correggere, con estrema urgenza, le modalità attuative del servizio sostitutivo tramite autobotte attualmente in capo al Gestore AICA in quanto non conforme alle prescrizioni dell’Ordinanza della Protezione Civile. E’ inaccettabile l’impossibilità ad accedere liberamente all’acqua, diritto umano fondamentale che sembra essere non più garantito. Gli effetti della scarsità d’acqua non colpiscono solo le comunità in difficoltà; si ripercuotono su tutto il tessuto sociale. Le persone più fragili, a partire proprio da quelle con disabilità, affrontano già innumerevoli sfide quotidiane, e la mancanza di accesso all’acqua aggrava ulteriormente la loro situazione. È indispensabile garantire che ogni cittadino, indipendentemente dalle proprie capacità fisiche o economiche, possa accedere alle risorse idriche vitali. Non si può permettere che la mancanza di acqua diventi un ulteriore ostacolo specie per le persone con disabilità, o per chi non ha la possibilità economica di anticipare gli esborsi per il trasporto dell’acqua tramite il servizio sostitutivo espletato dalle ditte convenzionate con il Gestore AICA. Tuttavia il sistema di gestione delle autobotti private dato in gestione ad AICA è gravemente inefficiente perché ha ristretto la possibilità dei cittadini in difficoltà di approvvigionarsi (ottenendo il risultato opposto ad una più agevole distribuzione della risorsa idrica); non è mai stato chiarito a chi spetta il controllo delle priorità rispetto alle utenze sensibili o comunque deboli, e dei tempi di consegna delle autobotti, nonché se esiste un registro di tutti i prelievi con autobotti dalle fonti pubbliche, dei relativi destinatari e del preciso rispetto di un ordine cronologico delle richieste; per le difficoltà che i cittadini riscontrano nell’accedere a questo servizio vi è il serio rischio che vengano alimentati circuiti sommersi e/o di dubbia legalità, discriminando oggettivamente tutte le fasce deboli sul piano socioeconomico e sanitario; Il gestore AICA non ha mai adeguato la propria struttura organizzativa, palesemente inadatta ad evadere tutte le richieste in tempi conformi alla gravità dell’emergenza; non è chiaro perché trattandosi a tutti gli effetti di un servizio sostitutivo svolto nei confronti di utenze regolari, i relativi costi non siano stati posti direttamente a carico di AICA piuttosto che richiederne l’anticipazione ai cittadini, con le gravi difficoltà sopra riportate a chi, eventualmente, non abbia la capacità finanziaria di far fronte a tali, esose, anticipazioni; non è stato formalmente e pubblicamente chiarito con quali fondi e con quali tempistiche il Gestore procederà ai rimborsi delle somme anticipate dagli utenti».