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IL caso
Agrigento, la capitale della sete che perde il finanziamento da 40 mln per la nuova rete idrica
Ora si spera nella riprogrammazione dei fondi Fsc Lucchina Greco (Ati): «Non posso dire quali saranno i tempi per la ripresa dei lavori, ma sono certo che l’opera si farà»
Era gennaio quando il presidente del Consiglio di amministrazione dell’Azienda Idrica Comuni Agrigentini, Settimio Cantone, rassicurava tutti, dopo alcune voci incontrollate circolate in provincia sulla perdita del finanziamento per la realizzazione dei lavori del primo stralcio della nuova rete idrica del Comune di Agrigento. Per l’amministratore della società consortile, i quasi 40 milioni di euro erano al sicuro dopo che nei mesi precedenti era stata definita la gara e aggiudicati i lavori. L’ottimismo del presidente era forse da collegare all’azione della politica che stava tentando di recuperare quei soldi non più disponibili per una serie di problemi legati ai tempi di attuazione dell’opera.
La politica ha fallito
La politica questa volta ha purtroppo fallito, ed è per questo motivo che non ci sono mai stati comunicati stampa ufficiali, a parte la nota del Cda che lasciava aperta la speranza. La stessa impresa appaltatrice dopo la firma del contratto ha avuto appena il tempo di cominciare i lavori che si è dovuta fermare. E l’assemblea dei sindaci di Aica, ovvero i soci della società consortile che con grandi affanni gestisce il servizio idrico integrato, non ha avuto nessuna comunicazione, lasciando irrisolto il “giallo”.Anche la politica, avvezza a grandi eventi di comunicazione in occasione dell’apertura di grossi cantieri, è stata in silenzio.
Si spera nella riprogrammazione dei fondi
C’è comunque una certezza che conduce ad un rinnovato entusiasmo: le nuove risorse che occorrono per riaprire il cantiere si possono reperire attraverso il Fondo di Sviluppo e Coesione, quel grande contenitore che porterà in Sicilia denaro fresco a beneficio di tante opere infrastrutturali. A confermarci i passaggi tecnico-amministrativi che si stanno eseguendo per fare entrare il progetto in questa azione di riprogrammazione, è il direttore generale dell’Ati Idrico, Enzo Greco Lucchina. Parla di sviluppi positivi, ma non può negare che il vecchio finanziamento non c’è più dopo anni di lungaggini e di bandi di gara annullati: «Il progetto esecutivo già appaltato, con lavori assegnati e poi sospesi – ci dice – è tra le priorità della nuova programmazione della Regione non appena arriveranno i soldi dell’Fsc. Non posso dire quali saranno i tempi per una ripresa dei lavori, ma sono certo che la nuova rete idrica di Agrigento si realizzerà».
L’impresa vuole i soldi
Il consorzio d’imprese (Essequattro Costruzioni Srl – Gen Costruzioni Srl), che a suo tempo si è aggiudicato l’appalto con un ribasso del 30,33% sull’importo totale, di poco superiore ai 39.200.000 euro, è alla finestra. Nel frattempo ha presentato un’istanza di anticipazione di somme, alla quale nessuno può dare al momento riscontro.Sulla carta il consorzio può aspettare l’esito della programmazione e rimettere in moto il cantiere, ma sempre sulla carta potrebbe anche rescindere il contratto dopo sei mesi dalla sospensione e avviare un contenzioso visto che, nel frattempo, ha dovuto affrontare costi che vanno dall’acquisto di materiale alla polizza fidejussoria. Sulla vicenda, nelle scorse settimane anche il Codacons aveva sollecitato Ati, Aica e Comune a fornire documentazione su tutti i passaggi amministrativi che hanno caratterizzato le procedure di affidamento delle opere, quelle che all’epoca della pubblicazione del decreto di finanziamento indicavano nel dicembre 2023 la fine dei lavori. È stato quello il “cappio” che ha fermato la corsa.