Notizie Locali


SEZIONI
Catania 28°

il caso

Agrigento, il sindaco Miccichè licenzia tutti gli assessori: cosa è successo e quali sono gli scenari

La decisione improvvisa e a sorpresa. Pesano i contrasti col Consiglio comunale

Di Fabio Russello |

Il sindaco di Agrigento Francesco Miccichè ha improvvisamente e senza alcun preavviso azzerato stamattina la sua Giunta comunale. Una decisione talmente improvvisa che è arrivata con uno scarno messaggio nella chat whatsapp degli assessori che hanno quindi saputo così che non erano più in carica e poi con un comunicato – se così si può chiamare – con il quale ha diffuso il testo della delibera che sottraeva le deleghe a tutti gli assessori.

Perché

Che la maggioranza non fosse più la maggioranza di Micchichè era chiaro da ormai settimane. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la bocciatura in Consiglio del Piano triennale delle opere pubbliche e per ultimo del Piano economico e finanziario (che per inciso prevedeva un aumento delle tariffe dei rifiuti). Segnali chiari con da una parte Fratelli d’Italia veri “pretoriani” di Micciché che minacciavano conseguenze in caso di ulteriori passi indietro del Consiglio comunale (e chissà se l’azzeramento non risponde a questa logica) e dall’altra gli altri del centrodestra (esclusa la Dc di Cuffaro da sempre all’opposizione) che aveva cominciato a storcere il naso su diverse delibere (in primis quelle degli spettacoli, “gestite” direttamente da FdI).

Le parole di Miccichè

L’azzeramento secondo Micciché è «un’opportunità politica nell’ottica di un rilancio deciso dell’azione amministrativa che possa fungere da stimolo a una nuova e costruttiva attività di riflessione e proposizione da parte delle forze politiche presenti in consiglio comunale». Nella delibera sindacale si giustifica l’atto «valutata l’opportunità politica, nell’ottica di un rilancio deciso dell’azione amministrativa, atta a rendere più agile l’azione politica amministrativa del governo cittadino, passo fondamentale per il conseguimento dei tanti obiettivi posti come meta da raggiungere entro fine mandato».

Chi perde la poltrona

Il primo cittadino ha revocato le deleghe agli assessori Gioacchino Alfano, Carmelo Cantone, Costantino Ciulla, Patrizia Lisci, Gerlando Piparo, Gerlando Principato, Alessandro Sollano, Aurelio Trupia, Marco Vullo.

Gli scenari

Qui si apre ora una fase piuttosto delicata. Miccichè potrebbe aprire la Giunta alla Lega e alla Dc di Cuffaro e dunque dovrebbe fare spazio tra quelli indicati dall’Autonomista Roberto Di Mauro e da Fratelli d’Italia. Da vedere inoltre come saranno redistribuite le deleghe e se soprattutto la cultura e gli spettacoli, alla vigilia di Agrigento Capitale della Cultura, rimarranno saldamente nelle mani di Fratelli d’Italia. Si sa per certo che Franco Miccichè è in rapporti cordialissimo con Calogero Pisano, il deputato ex (ma non troppo ex) di Fratelli d’Italia e che ha qualche frizione di troppo con il vicepresidente della Regione Roberto Di Mauro. Di sicuro i tempi sono stretti e probabilmente nel giro di dieci giorni si saprà cosa accadrà.

La previsione

Un rimaneggiamento delle deleghe di giunta servirebbe a riequilibrare alcune situazioni: concedere ad esempio un altro assessore a Forza Italia in danno ai tre posti concessi a Fratelli d’Italia, ma anche rimodulare qualche delega e salutare qualche componente della squadra dal minor peso politico. I ben informati di palazzo dei Giganti sono convinti che questo stop non è detto che si traduca in un effettivo rimpasto. Di fatto, si è aperto però il dibattito tra le forze di governo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA