“Mese del fiocchetto lilla”, il Metabolè, Centro per i disturbi della nutrizione guidato da Angela Bruno, non perde l’occasione e promuove una serie di iniziative. L’ultima delle quali si è svolta nell’auditorium dell’Istituto scolastico Nicolò Gallo. Il tema, scottante, è quello dei disturbi alimentari che, nell’era post Covid, sembrano spiccare il volo.«Dal post Covid – spiega Angela Bruno – c’è stato un aumento del 40 per cento e un abbassamento dell’età: il 30 per cento del disturbo riguarda ragazze sotto i 14 anni. C’è di più: il problema adesso, con il 10 per cento dai 12 ai 17 anni, riguarda anche i maschi. Questo perché siamo immersi in una società dell’immagine, dove c’è il mostrarsi continuo. Il tutto sollecitato anche dai social».
È l’anoressia il disturbo più frequente?«Sicuramente è al primo posto, ma ci sono la bulimia e le forme miste che si intersecano sulla stessa base: la dispercezione corporea, l’idea ossessiva del peso. Ne consegue un isolamento perché i ragazzi che ne soffrono si privano di condividere perfino una pizza con gli amici».
Riuscite facilmente a prenderli in carico?«Sicuramente devono arrivare all’ambulatorio nella fase della cura. L’ambulatorio intercetta il 70 per cento del disturbo. I genitori se ne accorgono quando notano un dimagrimento, la fuga dalla tavola, la chiusura invece della condivisione. Sono segnali che arrivano quando il disturbo è cominciato. Quindi, prima si intercetta il problema, prima si affronta».
Possono esserci ricadute?«Sì. La ricaduta è sempre sulla consapevolezza. Quando si fa un lavoro integrato in presenza di co-fragilità, nel momento in cui c’è un ritorno si è più consapevoli. A noi interessa soprattutto la prevenzione, facciamo iniziative con le scuole, con i pediatri… non soltanto per la diffusione dell’informazione ma di una formazione ampia soprattutto per gli adulti, come i docenti, i genitori, e con i ragazzi. Un momento di confronto e dialogo di apertura sui temi giovanili che non riguardano solo il disturbo alimentare ma anche le nuove depressioni, le dipendenze, i tagli».
Le famiglie di oggi sono distratte?«Quando la famiglia coglie subito ed è presente le cose cambiano. Quando, invece, la famiglia ha problemi, è più difficile. Le cause sono multifattoriali, legate al contesto sociale. La famiglia oggi è stata rivalutata ed è un aiuto, il co-terapeuta, riveste un aspetto fondamentale. Ecco perché, oltre al lavoro con le singole famiglie, facciamo un lavoro con il gruppo delle famiglie. Tutti insieme, sanità, scuola, famiglia, associazioni, per affrontare e risolvere il problema».