Agrigento, Cupa, la relazione di Armao: poche immatricolazioni, possibili licenziamenti

Di Gioacchino Schicchi / 12 Ottobre 2016

Solo 100 nuovi iscritti, un bilancio in carenza di ossigeno e margini di manovra strettissimi, tanto da lasciar presagire anche il rischio di una riduzione del personale oggi in servizio. Insomma, niente da festeggiare.

Il presidente del Consorzio universitario Gaetano Armao arriva in Consiglio comunale per la seduta aperta e dedicata al futuro del Cupa con un leggero ritardo ma prende subito la parola e snocciola, passo dopo passo, presente e futuro dell’Università Agrigentina.

“Il Cupa non chiuderà – ha garantito subito -”, aggiungendo però che “con Unipa non credo possano sorgere nuovi corsi. Bisogna prendere atto che Palermo ha fatto una scelta, rispettabile, ma non compatibile con il futuro del Consorzio”. Il riferimento chiaro è alla chiusura di 4 corsi su 5 di quelli che si svolgevano ad Agrigento, svuotando di fatto l’offerta formativa. Così quest’anno ci sono state solo 100 nuove iscrizioni – e più di queste non potevano materialmente esserci – e per gli studenti dei corsi ad esaurimento non c’è, oggi, alcun futuro. L’unica “concessione” che potrà esserci da Palermo è solo un nuovo corso in architettura triennale che, però, è ancora da formalizzare. Altre iniziative formative riguarderanno due università, la “Kore” di Enna, che in città potrebbe portare i corsi di Giurisprudenza ed Economia del Turismo e la Lum di Casamassima, per corsi finalizzati a formare responsabili amministrativi specializzati per aziende e pubbliche amministrazioni. Palazzo Tomasi, che il Comune sta formalmente offrendo all’Università, diventerà invece un centro specialistico per ospitare i master, in un più complessivo investimento sul centro storico di Agrigento. Tutte iniziative che saranno trasformate in concreto solo nel prossimo anno accademico. Quest’anno, ha spiegato Armao, nulla poteva essere fatto, al punto che non avverrà nemmeno l’inaugurazione dell’Anno universitario, ad eccezione di una cerimonia per dedicare un’aula della struttura di via Quartararo a Ignazio Melisenda Giambertoni. Le basi per l’anno prossimo, tuttavia, sono state gettate. “Se non fossimo intervenuti subito – spiega Armao – i flussi si sarebbero spostati verso altre università e nessuno avrebbe avuto più interesse ad aprire nuovi corsi”. Del resto, dai dati forniti dall’ex assessore regionale, Cupa rappresenta una scelta territorialmente centrale. “Stando a quanto abbiamo potuto verificare – ha detto in aula ‘Sollano’ – su 100 studenti, in caso di chiusura solo 20 andrebbero a Palermo, ma 40 non andrebbero più all’università”.

E il personale? Oggi il carico per i conti asfittici del Cupa è eccessivo. “Puntiamo a recuperare circa 200mila euro entro questo anno – ha detto Armao – grazie ai pensionamenti e al demansionamento. Oggi abbiamo 15 lavoratori per 100 nuovi studenti. Prima di incidere sui livelli occupazionali vediamo se riusciamo a recuperare, se non ci riusciremo dovremo purtroppo farlo comunque”. Poi Armao ha lanciato un appello alla politica: perché contribuisca in primis in termini di risorse, facendo tornare tra i soci i Comuni e gli ordini professionali. E il Libero Consorzio? “Ad oggi – ha detto il presidente – non ci sono stati rapporti, e me ne dispiaccio”. L’Ente deve comunque somme importanti al Cupa e, la sua assenza, già dal prossimo anno rischia d far saltare il banco. “Con il ritorno della politica – conclude Armao – speriamo vi sia un ritorno di responsabilità”.

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Redazione
Tag: agrigento consorzio universitario di agrigento cupa gaetano armao