cronaca
Agrigento, celebrato il 210° anniversario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri
La cerimonia si è tenuta nella suggestiva cornice del Parco archeologico della Valle dei Templi
All’interno del Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, con la prestigiosa cornice del Tempio della Concordia, si è tenuta ieri la tradizionale cerimonia per celebrare il 210° Annuale della Fondazione dell’Arma dei Carabinieri. Un appuntamento di grande significato che ha visto schierati sul campo una Compagnia di formazione composta da un plotone di carabinieri in Grande Uniforme Speciale, un plotone in uniforme di servizio e un terzo plotone composto da Comandanti di Stazione e carabinieri delle varie specialità.
Alla cerimonia hanno preso parte le Autorità civili, militari e religiose della provincia, i gonfaloni della città di Agrigento e del Libero Consorzio Comunale e i sindaci dei Comuni agrigentini, insieme a rappresentanze delle Associazioni professionali a carattere sindacale e dell’Associazione Nazionale Carabinieri. L’Evento, che ha celebrato il 210° anniversario di fondazione dell’Arma dei Carabinieri, rappresenta un momento solenne per rinnovare i valori di legalità, giustizia e vicinanza ai cittadini che da sempre contraddistinguono l’Istituzione. Un’occasione per valorizzare l’identità storica dell’Arma e riaffermare l’impegno costante nella tutela della sicurezza e del bene comune.
Fondata il 13 luglio 1814 da Vittorio Emanuele I, l’Arma dei Carabinieri rappresenta un pilastro di coraggio e dedizione, che ha svolto nel corso del tempo un ruolo cruciale per la protezione delle comunità. Il nome “Carabinieri” deriva dall’Arma, la carabina, che era in dotazione ai militari sin dalla costituzione del Corpo. Questo dettaglio sottolinea l’importanza del ruolo di tutori della legge e della sicurezza. Nel corso della storia, i Carabinieri hanno dimostrato il loro valore, contribuendo alla difesa del nostro Paese nel primo e secondo conflitto e partecipando alla lotta di Resistenza. Proprio quest’anno si celebra l’80° anniversario della strage dei Martiri di Fiesole, Alberto La Rocca, Vittorio Marandola e Fulvio Sbarretti, tre carabinieri partigiani, poco più che ventenni che, sottrattisi audacemente alle ricerche del nemico tedesco, avevano appreso che dieci cittadini fiesolani erano stati presi in ostaggio per essere fucilati se essi non si fossero presentati al comando germanico. Pur consapevoli della sorte che li attendeva, non esitarono a consegnarsi ai nazisti per salvare la vita degli ostaggi, andando consapevolmente incontro alla morte per fucilazione.
L’Arma dei Carabinieri è Forza Armata e, pertanto, concorrealla difesa integrata del territorio nazionale, assicura il contributo nazionale anche alle attività promosse dalla comunità internazionale, volte alla ricostituzione e al ripristino dell’operatività dei corpi di polizia nelle aree di crisi. È altresì Forza Militare di polizia a competenza generale e in servizio permanente di pubblica sicurezza e come tale, è impegnata nello svolgimento di tutte le attività a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, dal controllo del territorio, ai servizi di ordine pubblico, alla tutela degli interessi diffusi della collettività cui sono dedicati Reparti altamente specializzati per la sicurezza in materia di sanità, igiene e sofisticazioni alimentari; forestale, ambientale e agroalimentare; lavoro e legislazione sociale; del patrimonio archeologico, storico, artistico e culturale nazionale. Il ministro della Difesa nel suo messaggio di saluto ha definito i Carabinieri “Scudo di legalità e sicurezza”.
La cerimonia è iniziata con la solennità dell’Inno nazionale, eseguito dagli studenti del Liceo classico e musicale Empedocle, ed è proseguita con la lettura del messaggio istituzionale del Presidente della Repubblica e dell’Ordine del giorno del comandante generale.
Il comandante provinciale dei Carabinieri, nella sua allocuzione, ha sottolineato il legame che unisce l’Arma dei Carabinieri alla comunità Agrigentina, ricordando il sacrificio del Maresciallo Guazzelli, medaglia d’oro al Valore Civile ucciso dalla criminalità mafiosa. La lotta alla criminalità organizzata rimane obiettivo prioritario, cui si affianca l’idea di una sicurezza pluridimensionale, orientata al contrasto della criminalità predatoria, ma anche della violenza di genere, giungendo a includere tutti i settori di intervento specialistico che possono contribuire a migliorare la qualità della vita dei cittadini, dalla tutela del lavoro alla salvaguardia dell’ambiente, della salute, del patrimonio paesaggistico e culturale.
Un momento particolarmente toccante è stata la consegna dei riconoscimenti ai carabinieri che si sono distinti in operazioni di servizio, con l’assegnazione del tradizionale Premio “Targa Appuntato Allotta” alla memoria del Luogotenente Lucio Cafiero, già Comandante della Stazione di Montaperto, recentemente scomparso a causa di un grave male, con il riconoscimento di aver saputo interpretare la figura del “Comandante di Stazione”, quale riferimento di assistenza, dialogo e rassicurazione per i cittadini. Encomio concesso al maggiore Luigi Pacifico e ai luogotenenti Agostino Esposito, Nicola Colombo, Alessandro Costa Salvatore Grassadonio, Vincenzo Iorio e Michele Iovine e al brigadiere Giuseppe Azzolino «per avere coordinato e partecipato ad attività d’indagine conclusasi con l’arresto di 4 persone, responsabili di rapina a danno di tre ultraottantenni». Attestazione di merito concessa al tenente colonnello Luigi Balestra, al luogotenente Giovanni Preite, ai marescialli Francesco Santoro, Giuseppe Gelo, Vincenzo Merlino, Carmelo Rotulo e Carmelo Turone, al vice brigadiere Cataldo Salvati e all’appuntato Antonio Piro per «una complessa attività d’indagine che si è conclusa con l’arresto e la denuncia di numerose persone per associazione di tipo mafioso. Attestazione di merito concessa al vice brigadiere Massimo Mezzina e al carabiniere Marco Maiorino perché «intervenuti in una gioielleria dove era in atto un tentativo di rapina ad opera di un malvivente armato di pistola, sono riusciti a disarmare il bandito che, impugnando l’arma carica, ha tenuto in ostaggio due impiegati, scongiurando il peggio».
La serata si è conclusa con un’esibizione musicale del Maestro Salvatore Galante, realizzata grazie al Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, che ha regalato al pubblico presente un momento di grande emozione, culminato con l’esecuzione finale dell’Inno di Mameli.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA